ItaliaOggi, 3 luglio 2020
Periscopio
Cacciari ha passato il tempo della quarantena da recluso leggendo, guardando film e giocando a calciobalilla, di preferenza manovrando l’omino all’ala destra. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.
Non basta diventare vecchi per conoscersi meglio. Paolo Sorrentino, regista (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Palamara, quelle intercettazioni che lo riguardano, non le ha sentite, però ha avvertito che i suoi legali le ascolteranno tutte, anche quelle non trascritte. Un’ammissione e un ammonimento su cosa potrebbe uscirne. Carlo Nordio, ex magistrato (Pietro Senaldi). Libero.
Le autorità sanno più cose di noi sul coronavirus, ma non ce le dicono tutte perché vogliono tenersi le mani libere: se ci lasciassero accedere ai dati di cui dispongono, alcune loro decisioni potrebbero apparire più discutibili di quanto già appaiono. Luca Ricolfi. Il Messaggero.
Io faccio parte del sistema, certo. Non posso e non voglio abbatterlo. Ma posso e voglio cambiarlo. Anche recuperando idee e parole che abbiamo abolito e relegato nel passato. Beppe Sala, sindaco di Milano (Aldo Cazzullo). Corsera.
Sabino Cassese sul Corsera del 24 febbraio scorso aveva detto che per le ordinanze per la creazione delle zone rosse era obbligatoria la firma del ministro della Salute. Non solo, in quei giorni il governo aveva emanato un documento ufficiale in cui si invitavano le Regioni a sottomettersi alla volontà di Roma e a non prendere iniziative autonome. Per cui, per Conte, è oggi impossibile scaricare il barile addosso al governatore della Lombardia, Fontana. E allora? Tenta di scaricalo addosso alla Confindustria che non ha il potere di fare né le leggi né i Dpcm. Renato Farina. Libero.
La cattedrale di Nôtre-Dame (Parigi) era molto grande anche perché era adibita a vero e proprio «edificio pubblico», in cui tutta la cittadinanza avrebbe potuto essere contenuta. Franco Cardini, storico (Roberta Scorranese). Corsera.
Viviamo un momento molto difficile. Le aziende chiuderanno e le persone resteranno senza lavoro. Siamo un paese di piccole imprese: oggi dobbiamo salvare la pelle, ma una volta passato il momento di emergenza, bisogna che le attività si mettano tutte in moto perché sono tutte collegate fra di loro. Renzo Rosso, il re del jeans (Michela Proietti). Corsera.
Jole Santelli, governatore della Regione Calabria, Fi. Voto 0. Le Iene chiedono alla neogovernatrice della Regione Calabria: «Che cos’è quest’Isis?». E lei riesce a malapena a balbettare: «Che vuol dire che cos’è quest’Isis? Tutto il progetto Isis sul terrorismo internazionale... Scusi, il controllo da parte di Obama nei confronti del terrorismo internazionale? Mi sembra una provocazione inutile». Calabria Saudita e inaudita. Stefano Lorenzetto. Arbiter.
Negli anni Settanta la politica era pane quotidiano, era normale ed era cosa altra rispetto a oggi: era partire da sé, il rifiuto della delega e della mediazione dei partiti, l’impegno quotidiano nel miglioramento delle condizioni di tutti. L’effetto che mi fa oggi Porci con le ali è, da un lato, lo stupore che si continui a parlarne, dall’altro, sul piano personale, il rievocare solo cattivi ricordi. Porci con le ali fu un successo contestato, soprattutto dalle persone che a me interessavano. I compagni del gruppo dove svolgevo il mio lavoro politico mi trattarono malissimo. Il successo era considerato un disvalore, cosa oggi inimmaginabile. Allora era una vergogna. Anche se io e Marco non firmammo il libro ma mettemmo il nome dei due protagonisti, il successo fu tale che fummo subito scoperti. Infatti la prima edizione era firmata Rocco e Antonia. Lidia Ravera, scrittrice (Arianna Finos). la Repubblica.
Gli ospiti erano riuniti attorno a tavoli per otto, dieci persone. C’erano visi noti, logori, risaputi, ministri appena trombati, scienziati vanitosi come ballerine, lettori di telegiornali simili a capponi ripieni. C’era l’inevitabile, immortale Gina Procida, ingioiellata come la Madonna Candelora. «Visto che non fa più film», le disse un diplomatico svedese che le sedeva a fianco, «what’s your new line?». «Faccio delle foto», rispose Gina, didascalica: «Foto artistiche. Cosa vuole, quando uno è vissuto nell’arte tutta la vita, è difficile farne a meno, non crede?». Nantas Salvalaggio, Il salotto rosso. Mondadori, 1982.
Ad un certo punto della mia vita ritenni che valesse la pena ripercorrere, diciamo pure provare a rivivere, quello che Senofonte raccontò in maniera mirabile nell’Anabasi. Quel testo celebrava le gesta drammatiche e folli di un piccolo esercito di mercenari greci tra cui lo stesso Senofonte, al servizio di Ciro il Giovane. Senofonte partì in veste di osservatore e descrisse tutto quello che quasi 2.500 anni fa poté vedere. La spedizione fu militarmente una disfatta. Ciro il Giovane, che aspirava a sostituire il fratello Artaserse sul trono persiano, venne sconfitto. La ritirata che raccontò Senofonte coinvolse all’incirca 10 mila soldati mercenari. Nel suo resoconto c’erano errori e incongruenze, ma resta un documento straordinario. Valeva la pena verificare quel viaggio provando a rifarlo. Valerio Massimo Manfredi, scrittore (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Staiti è un barone di stirpe siciliana con cognome lungo come la Via crucis, Staiti di Cuddia delle Chiuse. Di nome fa Tomaso, con una emme, perché due è plebeo. Una volta, sempre alla Camera, un deputato del Psdi cazzottò un collega di partito che lo aveva offeso. Tomaso alzò il sopracciglio (uno terra terra, avrebbe storto il naso) e scandì: «Mai mi abbasserei a colpire. Avrei mandato i lacchè a bastonarlo». C’è tutto il nobiluomo anche nello Staiti che mi sta di fronte e che, liquidate le olive e pure i salatini, si è fatto portare un toast. Capelli di destra, corti con scriminatura, ed eleganza da caminetto, con golf beige e sciarpa in tinta. Tomaso Staiti di Cuddia, ex deputato del Msi (Giancarlo Perna). Libero.
Ufficialmente Chatwin morì per un’infezione da fungo o per il morso di un pipistrello in Cina, durante uno dei suoi viaggi più avventurosi. Già, i pipistrelli cinesi: proprio quelli da cui sembra sia scaturita la Bestia che col salto di specie ci ha regalato il Covid-19 e questi tempi infami. In realtà morì di Aids, avendo praticato tutta la vita anche il nomadismo sessuale, oscillando dall’eterosessualità all’omosessualità. Maurizio Pilotti. Libertà
A volte sgarro, di notte, un panino con la pancetta coppata. Non devo avere in casa le patatine al pepe. Sono una droga. Dario Bressanini, dietologo (Stefano Lorenzetto). Corsera.
L’avarizia ci toglie il piacere di spendere, ma ci dà quello di non aver speso. Roberto Gervaso. Il Giornale.