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 2020  luglio 02 Giovedì calendario

Nel bazar degli aiuti smarrita anche la musica

Una boscaglia di detrazioni, indennità, erogazioni e provvidenze miste. Dove districarsi con Isee, Spid, siti, app e portali creati app-osta. Nell’Italia assetata di aiuti causa pandemia, Fisco e welfare sono ormai un bazar di interventi, fioriti qua e là l’uno diverso dall’altro, con percorsi diversi, platee diverse, limiti e tempi diversi. Tutti con l’immane obiettivo di dare qualcosa a tutti e con la certezza di aver sempre scontentato qualcuno. Tutti confidando nella licenza di debito e nei fondi annunciati dall’Europa. Ma l’attrazione della mancia è nata ben prima di Covid19 e Recovery Fund. 
Prendiamo il caso della musica: con la legge di Bilancio, a dicembre, è stato stabilito (dal 2021) uno sconto dall’Irpef fino a 190 euro per lo studio della musica, con tetto a 1.000 euro di spesa. Ieri, però, le cronache parlamentari ci hanno informato che arriverà (emendamento al decreto legge 34) un contributo una tantum di 200 euro per le lezioni di musica. 
Bene. Attenti, però: il primo aiuto vale per figli fino a 18 anni e per contribuenti entro 36mila euro di reddito; il secondo vale fino ai 16 anni per chi ha Isee (non il reddito) sotto 30mila. Più che un concerto, due assoli. 
Noi tra il pubblico ci armeremo di pazienza per capire se i due interventi si possono accomunare o se anche per loro c’è la tagliola delle incumulabilità, come avviene per i 600 euro e i pensionati. Poi attenderemo le circolari per capire se chi ha i nonni musicisti può usare il bonus baby sitter insieme a quello musicale, purché iscriva i nonni al libretto famiglia. Poi confideremo nel prossimo Consiglio dei ministri nel quale verranno gettate le basi per la “complessiva riforma fiscale” e per l’indifferibile riordino del “Family Act”. Sipario.