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 2020  giugno 30 Martedì calendario

Bambole e parenti sui set post-Covid

I baci? Solo digitali. Gli abbracci? La controfigura è un parente. Il sesso? Si ricorre alle bambole gonfiabili. Riaprono i set di cinema e tv, ma le sceneggiature sono riscritte dal Coronavirus. Al solito in America sono all’avanguardia, forse anche troppo. Esemplare quello che sta succedendo a Beautiful, la soap opera più improbabile del mondo, quindi altrettanto creativo il modo in cui gli sceneggiatori hanno deciso di mantenere il distanziamento fisico tra attori anche nelle scene di sesso: la partner di plastica.
«Quando stavamo rivedendo le sceneggiature, abbiamo iniziato a immaginare le scene romantiche e abbiamo messo insieme le nostre teste cercando di capire come far funzionare questi ciack senza infrangere la regola dei due metri – ha spiegato il produttore esecutivo-sceneggiatore capo della serie, Bradley Bell —. Abbiamo ripescato una bambola che avevamo usato anni fa come un cadavere. È un’ottima bambola e la useremo con i capelli e il trucco per sostituire alcune delle attrici di punta della soap. Vedremo come funziona. Potremmo investire in più bambole e anche bambole maschili». Non solo bambole. L’altro escamotage casereccio è quello di mariti e mogli degli attori. I famigerati congiunti. «Così potremmo avere dei baci molto caldi».
Il cinema batte strade più tecnologiche invece. Le linee guida americane prescrivono raccomandazioni volte a «minimizzare i contatti ravvicinati tra gli attori rivedendo i copioni o usando effetti digitali: i momenti di prossimità vanno riscritti, abbandonati o risolti da Cgi (computer-generated imagery)». Si agisce in due direzioni: là dove la trama lo consente si evitano aderenze (niente baci nei film romantici, niente risse in quelli drammatici, niente scene di massa nei kolossal). Quando invece l’intimità tra attori diventa imprescindibile, interviene il computer, avvicinando grazie agli effetti speciali della computer grafica ciò che era stato separato per colpa degli effetti del virus.
Anche l’Italia si muove. A Napoli è ripartita la produzione del nostro Beautiful all’ombra del Vesuvio, ovvero Un posto al sole. Le troupe al lavoro sono tre, una in esterni e due in interni, ma non sono previsti cambi di studio tra una troupe e l’altra. «Sono state riscritte le scene per mantenere il distanziamento sociale, quindi niente baci e abbracci, e se si vedranno scene di vicinanza saranno solo un escamotage della regia», spiega la produzione. Ogni attore avrà il suo camerino fisso dove riceverà i costumi igienizzati al mattino e a fine giornata. Il set, su cui sarà presente solo il personale strettamente necessario, verrà sanificato a ogni ciak. Si indosseranno mascherine e guanti, il regista avrà anche la visiera. Sospesi trucco e parrucco, ogni attore si preparerà autonomamente, mentre all’ingresso dei set sono stati installati i termoscanner. Le riunioni saranno solo per via telematica. I test sierologici sono stati effettuati a tutto il personale e saranno ripetuti periodicamente.
Anche il cinema italiano si adegua. La ripartenza è stata possibile grazie alla firma, da parte di tutte le associazioni di categoria, di un protocollo che indica le procedure e le regole da seguire rigorosamente durante le riprese che, tra l’altro, possono iniziare solo dopo avere sottoposto al tampone tutti gli attori.
Si parla di mascherine, che tutti dovranno utilizzare sul set tranne gli attori in scena; di guanti e visiere per le maestranze; di strumenti monouso forniti a truccatori e parrucchieri; di camerini sanificati. È previsto anche il tampone veloce (che dà risultato immediato) per quelle scene in cui non sia possibile mantenere la distanza prevista. I primi a ripartire sono i set che erano stati interrotti – come L’allieva 3 con Alessandra Mastronardi e Doc con Luca Argentero. In generale hanno più fretta di riavviarsi serie e fiction che hanno una messa in onda garantita in televisione (Rai, Mediaset) e sulle piattaforme di streaming (Netflix, Amazon), piuttosto che i film, visto che la distribuzione nelle sale non garantisce ancora incassi accettabili. Comunque il mantra per sceneggiatori e case di produzione è uno: «Per semplificare meglio fare qualche aggiustamento ai copioni».