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 2020  giugno 30 Martedì calendario

Quando il Duce voleva morto Edoardo VIII

Il regime fascista di Benito Mussolini tentò di assassinare nell’estate del 1936 l’allora re d’Inghilterra Edoardo VIII, quello che poi abdicò al trono pochi mesi dopo per sposare la divorziata americana Wallis Simpson.
Sono le esplosive rivelazioni contenute in un libro di prossima pubblicazione, «The Crown in Crisis: Countdown to the Abdication» («La corona in crisi: conto alla rovescia verso l’abdicazione») scritto dallo storico britannico Alexander Larman, che ha avuto accesso al memoriale, finora inedito, lasciato dall’attentatore, George McMahon, che sosteneva di essere stato reclutato dall’ambasciata italiana a Londra.
È una pagina di storia ancora avvolta nel mistero. I fatti accertati risalgono a 84 anni fa, quando McMahon puntò una pistola contro Edoardo VIII, che sfilava in carrozza davanti a Buckingham Palace: ma all’ultimo momento una donna lo afferrò per un braccio e un poliziotto lo colpì con un pugno, facendo finire il revolver al di là della strada, contro uno dei cavalli del re.
Arrestato e processato, McMahon sostenne di essere stato pagato da una potenza straniera e di aver fatto fallire l’attentato di proposito: ma i giudici britannici lo ritennero un mitomane e lo condannarono a soli 12 mesi di carcere per «possesso illegale di armi e munizioni».
Ora lo storico Larman ha scoperto, negli archivi del Balliol College di Oxford, il memoriale di McMahon: e ha anticipato al Guardian che l’attentatore confessava di essere stato reclutato dall’Italia mussoliniana e che aveva invano tentato di avvertire i servizi segreti britannici. «Il racconto di McMahon», spiega lo storico, «corrobora i documenti finora secretati del MI5 (l’intelligence britannica, ndr), i quali rivelano che lui era anche un informatore dei servizi inglesi che passava loro notizie sulle attività dell’ambasciata italiana».
McMahon aveva informato Londra del progetto di assassinare Edoardo VIII, ma non era stato creduto: «Ignorarono le sue informazioni», sottolinea Larman, «liquidandolo come inaffidabile». Ma quando l’attentato ebbe effettivamente luogo, le autorità decisero di insabbiare tutto per evitare imbarazzi.
Lo storico ammette che il memoriale sembra a tratti l’opera di un pazzo: si tratta di un documento di circa 40 pagine, intitolato «Lui era il mio re», che Larman ha ritrovato fra le carte di Walter Monckton, consigliere di Edoardo VIII, che assistette il sovrano durante l’abdicazione e rimase a lungo in contatto con lui.
D’altra parte è però accertato che McMahon si incontrava regolarmente con gli agenti segreti inglesi tra la fine del 1935 e gli inizi del 1936: un documento confidenziale del MI5 definisce le informazioni da lui fornite «senza dubbio accurate».
McMahon era un piccolo criminale e contrabbandiere d’armi in Abissinia che era stato notato dagli italiani, i quali si offrirono di pagarlo come loro informatore, ma nel memoriale lui sostiene di essere stato in realtà un agente doppio, che si muoveva agli ordini dei servizi britannici: «Dovevo agire», scrive, «sotto la direzione e supervisione dell’intelligence militare». La sua versione è che fosse stato reclutato dall’ambasciata italiana per compiere atti spaventosi ma che in realtà riferiva tutto ai britannici.
Quello che resta da capire è perché Mussolini volesse far fuori Edoardo VIII: dopotutto l’allora re d’Inghilterra aveva simpatie filo-naziste, alimentate soprattutto dai contatti di Wallis Simpson. E la sua abdicazione portò sul trono Giorgio VI, il padre di Elisabetta, che guidò fermamente la Gran Bretagna nella guerra contro la Germania e l’Italia. Larman ipotizza addirittura che i servizi britannici avessero agevolato i progetti di attentato, per liberarsi in questo modo di un sovrano scomodo: «È interamente possibile che il MI5 fosse consapevole del tentativo di McMahon, ma che fossero contenti di lasciarlo assassinare Edoardo VIII per rimuovere dal trono un monarca con simpatie naziste». Questa pagina del thriller storico, però, resta ancora tutta da scrivere.