La Stampa, 29 giugno 2020
Cancellare anche John Wayne?
La furia iconoclasta che ha recentemente colpito le immagini di personaggi legati in passato al razzismo non risparmia neppure John Wayne. La Contea di Orange, in California, sta decidendo se continuare a intitolare il proprio aeroporto all’attore, colpevole di avere rilasciato nel 1971 un’intervista a Playboy nella quale esprimeva giudizi negativi sui neri, sugli omosessuali e su chi prende soldi dallo Stato senza fare nulla.
Sette anni dopo, per nulla turbati da quanto il “Duca” aveva detto nell’intervista, i cittadini di Orange gli avevano dedicato l’aeroporto, un omaggio in più dopo che già decine di edifici e di scuole elementari avevano assunto il suo nome. Ma è ora di cambiare, ha scritto sull’Orange County Register David Whiting, un columnist molto famoso anche perché scala montagne e corre la maratona di Boston. “Quello che sembrava accettabile nel 1978 – sostiene – non lo è più ora. I nomi sono cambiati in passato e possono cambiare ancora”.
Molti lettori hanno reagito difendendo John Wayne, ma altri, sull’onda delle manifestazioni del Black Lives Matter, gli hanno dato ragione. La Contea di Orange è un’enclave democratica nella quale Barack Obama ha preso nel 2008 il 65% dei voti, e le idee di destra espresse dall’attore per tutta la vita non sono più così popolari nella regione. Ma che cosa aveva detto di così grave John Wayne nell’intervista? La frase incriminata, e più volte citata in questi ultimi anni, è questa: “Credo nella supremazia bianca finché i neri non saranno educati alla responsabilità. Non bisogna dare responsabilità e posizioni di comando e di giudizio a gente irresponsabile”. Una dichiarazione molto grave, se si considera che Martin Luther King era stato assassinato solo tre anni prima e che nello stesso periodo i neri manifestavano in tutto il Paese proprio per avere accesso all’educazione che veniva loro negata, relegati com’erano nei ghetti delle città.