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 2020  giugno 28 Domenica calendario

Il teatro salvato dal fazzoletto di Marilyn

PARIGI «Questo amico francese, che chiameremo l’anonimo feticista, si è presentato da me e mi ha detto: “Non voglio sapere la base d’asta e il valore del fazzoletto. Dimmi solo a quanto ammontano i tuoi debiti”. Gli ho risposto “300 mila euro”, lui ha tirato fuori il libretto, mi ha fatto un assegno da 300 mila euro, si è preso il fazzoletto di Marilyn Monroe che custodisco da oltre 40 anni e se ne è andato». Così «La Comédie Italienne», piccola e bellissima sala da 100 posti in rue de la Gaîté, nel quartiere Montparnasse a Parigi, è salva. «Con l’assegno ho ripagato i debiti e tolto l’ipoteca», racconta Attilio Maggiulli, il 70enne proprietario del «solo teatro italiano di Francia».
Maggiulli era amico e assistente di Giorgio Strehler al Piccolo, e ha avuto una vita avventurosa almeno quanto il fazzoletto di Marilyn. Nato a Napoli e cresciuto a Torino, negli anni Settanta Maggiulli ha portato il suo teatro anticonformista a Parigi aiutato da tanti mecenati e intellettuali come Samuel Beckett, Jean Baudrillard e Umberto Eco. Negli anni Ottanta il camerino di rue de la Gaîté dava rifugio a Marcello Mastroianni quando voleva sottrarsi ai fan, e negli anni successivi «La Comédie Italienne» ha continuato ad alternare classici della commedia dell’arte a produzioni contemporanee dai titoli notevoli: «Sarko et Schwarzie: Game Over» oppure «George W. Bush o il triste cow-boy di Dio».
«Una sera dopo lo spettacolo su Bush sono stato pure aggredito in teatro – racconta Maggiulli —. Ho portato la mia pièce a Bagdad, e lì gli americani mi hanno arrestato. Pensavano fossi una spia ma Marilyn mi ha salvato una prima volta: ho tirato fuori il fazzoletto che portavo sempre con me, l’ufficiale americano che aveva studiato a Montpellier ha capito che ero un uomo di teatro e non un agente segreto, e mi ha fatto liberare». Nel denso curriculum di Maggiulli c’è anche il gesto dimostrativo del 26 dicembre 2013, quando lanciò la sua Peugeot 307 sui cancelli del 55 rue du Faubourg-Saint-Honoré, ovvero l’entrata principale dell’Eliseo, per protestare contro la fine delle sovvenzioni dello Stato e la probabile chiusura del suo adorato teatro.
Ma prima, la parentesi newyorchese: «Strehler mi aveva detto “vai da Leo a nome mio, ti aiuterà”. Leo era Leo Castelli, il grande collezionista e mercante d’arte. E in effetti Leo mi ha dato uno dei suoi magazzini che io ho trasformato in un piccolo teatro. La sera della firma del contratto di affitto, eravamo al ristorante, Leo mi ha voluto dare il fazzoletto come portafortuna». Ma come sa che era appartenuto a Marilyn? «Un quadrato di seta rosa che la diva aveva perduto al Waldorf Astoria due anni prima di morire. Il concierge lo ha raccolto e si è appuntato sul biglietto da visita il giorno e l’ora. Poi ha dato il fazzoletto a Andy Warhol, che l’ha ceduto a Leo Castelli che infine lo ha dato a me. Sulla storia del fazzoletto abbiamo portato in scena una pièce alla Comédie, Le mouchoir de Marilyn Monroe, mia moglie Hélène Lestrade era protagonista. Quel fazzoletto mi ricorda la New York di quegli anni: Leo Castelli, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, il Chelsea Hotel... E Frank Zappa, che collaborava con Pierre Boulez e tutte le sere veniva a trovarci».
Non può svelare chi l’ha comprato adesso per 300 mila euro? «No perché l’anonimato è l’unica condizione che mi ha posto, non so se per motivi fiscali o che altro. È un feticista di Marilyn, un amico che conosco da tempo, un francese che ci ha sostenuto anche in passato». Tramontata l’ipotesi Rocco Siffredi (che aveva pensato di rilevare il teatro per presentare a Parigi il suo spettacolo), i 300 mila euro hanno rimesso i conti a posto, e in più si è fatto avanti anche il direttore dei nuovi Cahiers du Cinéma, Eric Lenoir, per comprare la sala «ma la userebbe solo otto mesi l’anno e la lascerebbe a me e ai miei spettacoli per gli altri quattro». Dopo anni travagliati, le cose finalmente sembrano mettersi bene per Maggiulli e la sua Comédie Italienne.