La Lettura, 27 giugno 2020
La Venere opulenta scolpita 23 mila anni fa
Un’eccezionale statuina risalente a circa 23 mila anni fa è stata scoperta nel sito paleolitico di Amiens-Renancourt 1 durante gli scavi condotti dall’Istituto nazionale di ricerche archeologiche preventive francese (Inrap). È alta 4 centimetri, scolpita su un piccolo blocco di gesso biancastro e in ottimo stato di conservazione. Rappresenta una figura femminile con seni opulenti, ventre prominente, cosce e glutei voluminosi, le braccia sono appena accennate e un’acconciatura a scacchi finemente incisa incornicia il volto privo di lineamenti.
È l’ultima creazione artistica scoperta in questo scavo, dove dal 2014 sono stati trovati frammenti che compongono l’intero corpo o parti di 15 figure femminili. Amiens-Renancourt 1 è uno dei rari siti del Paleolitico superiore nel Nord della Francia, un accampamento in posizione strategica per la caccia ai grandi erbivori, frequentato nei mesi più caldi da cacciatori-raccoglitori. Gli archeologi vi hanno identificato aree di lavorazione della selce, di fabbricazione di oggetti di ornamento e sorprendenti tracce della creazione di statuine: sarebbe il primo atelier di questo tipo individuato in Francia.
Le figure di Renancourt si inseriscono nei canoni estetici e stilistici delle cosiddette «Veneri» paleolitiche, realizzate durante l’ultima era glaciale da gruppi nomadi della cultura archeologica Gravettiana in vaste aree dell’Eurasia. Nelle Grotte dei Balzi Rossi in Liguria, a fine Ottocento, furono scoperte 15 «Veneri», figure femminili ed altre «mostruose» che consentono di cogliere aspetti delle complesse credenze ed elaborazioni “mitologiche” di questi Homo sapiens.