ItaliaOggi, 26 giugno 2020
Stalin e la statua non autorizzata
Dalla statua di Cristoforo Colombo a quella di Winston Churchill, dal monumento dedicato al settimo presidente americano, Andrew Jackson, a quelli intitolati a studiosi e filosofi del passato. In mezzo mondo si è acceso un controverso dibattito, condito da vandalismi e tentativi di rimozione delle statue, sui personaggi storici che meritano di essere omaggiati con una realizzazione artistica o meno. E in questo clima da caccia alle streghe che succede in Russia? Un uomo d’affari, di comprovata fede comunista, mercoledì scorso ha scoperto un monumento dedicato a Iosif Stalin, proprio il giorno precedente alla grande parata sulla Piazza Rossa che Vladimir Putin ha recuperato ieri per celebrare il settantacinquesimo anniversario della vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale.
La statua che raffigura il dittatore comunista, e che le autorità locali hanno bollato come illegale, è stata collocata in un’area verde privata di Bor, una città a 400 chilometri a est di Mosca, nella regione di Nizhny Novgorod. Lì, vicino al fiume, la scultura in cemento e finiture di bronzo alta tre metri, raffigura uno Stalin con cappotto e berretto militare.
«Questa statua è un simbolo della lotta contro la corruzione a Bor», ha dichiarato alla cerimonia d’inaugurazione l’imprenditore che l’ha voluta e che è anche il segretario locale del partito comunista, Alexei Zorov. Lo stesso aveva annunciato di voler costruire un museo imperniato su Stalin e sulle conquiste dell’era sovietica nel terreno che aveva acquistato appositamente per erigere il monumento. Ma le autorità municipali avevano detto «niet», niente museo e niente monumento. Secondo il vicesindaco di Bor, Alexander Yankin, non si sono tenute audizioni pubbliche sull’installazione della statua e anche l’evento solenne in onore della sua inaugurazione non è stato concordato con il municipio. Al taglio del nastro hanno partecipato circa 400 persone, tra bandiere rosse con le falci e martello, militanti comunisti con l’effige del dittatore stampata sulle magliette e alcuni veterani con le medagliette sovietiche appuntate al petto.
L’imprenditore comunista, in ogni caso, ha voluto fare di testa sua e andare avanti sul terreno di sua proprietà almeno con il monumento: in attesa delle ispezioni e dei provvedimenti, la statua di Stalin vigila sul fiume Volga, uno dei luoghi simbolo della grande guerra patriottica in cui i sovietici ebbero la meglio sui nazisti. Zorov, ha scritto il quotidiano Kommersant, ha fatto realizzare la statua a Mosca, ma non ha voluto svelare lo scultore, tantomeno la cifra che ha dovuto sborsare. «Segreto commerciale», ha detto alla stampa che lo incalzava.
Il capo del comitato regionale del partito comunista, Vladislav Egorov, durante la cerimonia di inaugurazione del monumento ha ricordato i meriti di Iosif Stalin nella formazione dell’Urss, lo sviluppo dell’economia sovietica, la vittoria nella grande guerra patriottica e il restauro del Paese dopo la sua conclusione. Secondo lui, tutti questi risultati sono stati raggiunti in un periodo storico relativamente breve, dal 1924 al 1953. «La Russia moderna utilizza ancora i risultati di questo lavoro», ha affermato Egorov, «persino l’attuale governo non è stato in grado di sperperare tutto ciò che è stato creato nell’era sovietica».