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 2020  giugno 26 Venerdì calendario

Il ciondolo contro il Covid

Sono storie di innovazione e fallimenti, quelle legate alle app di contact tracing. Quello che fino a qualche settimana fa sembrava un modello rivoluzionario, sulla scorta di quanto successo in Paesi come Corea del Sud, Cina e Singapore, si sta sgretolando davanti a una realtà ben più complessa. Così, dal Giappone alla Francia, cominciano a essere sempre più numerosi i casi in cui le applicazioni per il tracciamento dei contatti fanno fatica a imporsi. Quello francese è uno dei casi più eclatanti, con 1,9 milioni di download e solo 68 utenti che utilizzavano l’app, secondo quanto riportato dal Financial Times.
Come sta andando in Italia? Da noi l’app Immuni è stata scaricata da 3,7 milioni di persone (fonte ministero dell’Innovazione alla data di ieri). Mancano invece i dati su quante persone l’abbiano attivata veramente (cioè abbiano aperto l’app dopo averla scaricata almeno una volta, inserendo la regione di residenza). Sono dati difficili da decifrare, perché se è vero che 3,7 milioni di download non possono essere considerati un successo, forse è bene ricordarsi di guardare l’indice Desi, che ci racconta quanto il nostro sia uno dei Paesi meno digitali d’Europa. E allora forse diremmo che in Italia è andata meglio che altrove.
Ad ogni modo, il contact tracing si è scontrato violentemente con la realtà. Una realtà ostile, fatta di reticenze sulla privacy, compatibilità, non obbligatorietà e campagne politiche ben precise. Ma anche di un sistema che ha mostrato tutti i suoi limiti. Sin dal principio è emerso in modo lampante che un’applicazione è solo un pezzetto del processo del contact tracing che in Corea del Sud ha domato la pandemia. Un processo che necessita di un gran numero di (tempestivi) tamponi. Perché il timore che una notifica di contatto con un positivo possa scontrarsi con la successiva lunga attesa per un tampone è un freno reale, oggi, all’uso di Immuni. Sembra abbastanza scontato, insomma, che con un sistema di test più efficace, l’app avrebbe potuto avere vita più semplice. Intanto, altrove, nascono nuove idee. Come a Singapore, dove sembrano voler scaricare l’app (nel senso di abbandonarla) per provare un nuovo device che il governo potrebbe consegnare a ogni singolo cittadino. Un piccolo ciondolo dotato di bluetooth che si sostituirebbe allo smartphone per tracciare i contatti, in forma anonima. Di certo, non essendo un’applicazione per smartphone, questa opzione non affronterebbe gli stessi ostacoli.