Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  giugno 26 Venerdì calendario

L’ultimo mistero da Vinci

Il Salvator Mundi appare e scompare come se l’ effetto ipnotico emanato dal dipinto funzionasse ancora a distanza di secoli. Non si sa quali siano ora le intenzioni dei proprietari e resta sempre difficile capire come è andata veramente la salita vertiginosa del prezzo, da 45 sterline nel 1958, a 1175 dollari nel 2005 (10.000 dichiarati poi da possessori), ai milioni succedutisi rapidamente. Prima 75, poi 127, poi 450 nella vendita Christie’s del 2017. Ma dovunque sia quel Cristo guarda fisso con aria misteriosa.
Tutto ciò che esiste in questo mondo è vivente secondo Leonardo e quel globo che il Cristo tiene nella mano sinistra più che un cristallo sembra proprio una boccia d’ acqua perché da lì venne la vita. Dove ora svettano immense montagne c’era il mare e Leonardo se ne accorse per tempo. Il quadro richiama però l’antica iconografia del Cristo Pantocrator bizantino dove invece del globo si vede il libro su cui è scritto Alfa e Omega. Il Pantocrator non è un ipnotizzatore. È un monarca giusto e severo che comanda su tutte le cose, Cristo e Dio nella stessa persona perché il Concilio di Nicea decretò così.
Nel Quattrocento il dominio bizantino declina politicamente ma cresce spiritualmente. I sapienti greci vengono in Italia. Si prepara una nuova era che supererà le differenze confessionali e proclamerà la Religione universale. Il Pantocrator diventa latino e non regge il libro ma la sfera del mondo dove tutto è contenuto nell’infinitamente piccolo. Risorge il binomio Scienza e Fede. Il Salvator Mundi leonardesco è stato creato da uno scienziato, infatti. Ma lo sguardo del formidabile dipinto incalza come se mettesse alla prova il suo stesso autore. Quando fu esposto alla National Gallery di Londra del 2011 vennero consultati i più grandi esperti del genio di Vinci. È stato poi analizzato in tutti i modi e restaurato con estrema accuratezza perché in cattivo stato e lacunoso. Lo meritava perché è bellissimo.
Prima del restauro il Cristo aveva un’aria sorniona. Dopo è emerso quel volto magnetico sospeso sul crinale del bene e del male. È il Redentore che ci sta benedicendo o non piuttosto l’Anticristo dell’Apocalisse, mimetizzato per trascinarci nell’Inferno? La data di esecuzione del Salvator Mundi non si sa. Anzi non si sa nulla di questo quadro se non che nel 1650 Wenceslaus Hollar ha pubblicato una incisione dove si vede il Salvator Mundi come è nel quadro che conosciamo, dicendolo opera di Leonardo. Pietro C. Marani pensa che Leonardo l’ abbia dipinto a Milano, più o meno al tempo dell’ Ultima Cena.Credo che abbia ragione ma non lo si può dimostrare. Esistono, comunque, altre versioni di questa invenzione leonardesca tra cui almeno una notevole, nell’ex collezione de Ganay studiata da Carlo Pedretti. Ci sono, del resto, altre serie proposte di attribuzione per il Salvator Mundi, per esempio al Boltraffio. Leonardo completa l’ Ultima Cena entro il febbraio 1498. Negli ultimi anni del Quattrocento Savonarola afferma l’avvento dell’Anticristo che Luca Signorelli nel 1501 o 2 raffigura nel Duomo di Orvieto e si direbbe che vi abbia posato il nostro Salvator Mundi!
Giorgio Vasari nella Vita di Leonardo del 1550 dice che il maestro di Vinci si considerava più filosofo che pittore. Filosofo in quel contesto vuol dire non credente. Non credente nel Cristo, vero Dio e vero Uomo, Creatore e Signore dell’Universo. Ma certamente credente nel Cristo filosofo, profeta e mago. Solo che al Cristo filosofo e profeta non credono granché i cristiani, credono molto parzialmente gli ebrei, credono sia pur con importanti distinguo i musulmani. Leonardo si sentiva investito di una eccelsa missione promanante dagli insegnamenti dei teologi greci venuti in Italia. Avrebbe esercitato la vera filosofia contribuendo alla nascita della Religione Universale.
Quando ha fatto il Salvator Mundi è improbabile che abbia usato di sua mano il pennello e i colori. Certo qualcuno li ha usati ma forse è vano chiedersi chi. Piuttosto va ricordato come avesse per tutta la vita un prediletto allievo, Gian Giacomo Caprotti e lo chiamava il Salaì, il fiero Saladino. Era musulmano Leonardo da Vinci? Certo è che la Fede musulmana vieta di dipingere figure e vede la funzione artistica come una suprema scrittura di bellezza e sapienza. Gli ultimi disegni di Leonardo con le tempeste e i vortici certamente confinano con la mentalità musulmana. Nel tardissimo e sublime Diluvio di Windsor Castle (n. 12376) dai turbini si intravedono le trombe apocalittiche. Il Salvator Mundi è apprezzato e amato da acquirenti musulmani. Poi i segreti, se tali, il genio di Vinci l’ha portati nella tomba e non è lecito spingersi oltre.