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 2020  giugno 26 Venerdì calendario

I 30 giorni che hanno cambiato l’America

È un mese che ha già cambiato la storia d’America. Quattro settimane dopo la morte di George Floyd per mano di un poliziotto di Minneapolis, sono ancora a migliaia a scendere in piazza nelle città degli Stati Uniti per chiedere una giustizia vera, per condannare ogni forma di razzismo, per protestare contro la brutalità della polizia. È passato un mese e un nuovo video, quello di un ispanico morto soffocato come Floyd, rischia di alimentare nuovi cortei, altre violenze. È stato un mese storico perché ha riportato gli Usa all’epoca delle grandi marce per i diritti civili, ma anche alle violenze e ai saccheggi che anni dopo sarebbero esplose nei ghetti neri.
Quello del 2020, esploso nel pieno di una pandemia che ha già fatto 120mila morti (il doppio dei caduti nella guerra del Vietnam) è in realtà un movimento che non ha precedenti. Perché ha coinvolto anche i bianchi, perché ha costretto le istituzioni governative a prendere atto di un problema (l’uso della forza della polizia) mai affrontato seriamente, perché ha innescato una reazione a catena dagli esiti imprevedibili: statue e simboli storici abbattuti come nelle rivoluzioni, direttori di giornali e capi di grandi (e piccole) aziende costretti alle dimissioni, icone pubblicitarie cancellate da un giorno all’altro.


Derek e la polizia
Parte tutto da questo agente bianco, già noto per i suoi modi violenti. Solo quattro giorni dopo quel 25 maggio — e quel video famoso in ogni angolo del mondo — Derek Chauvin verrà accusato di omicidio di secondo grado (involontario). Per quello di primo grado andrebbe dimostrata la premeditazione, l’intenzione e il movente. Il giudice ha fissato una cauzione record (1,25 milioni di dollari), la pena media per questo reato è di 12 anni, ma può arrivare fino a 40. Dipenderà molto dal momento del processo e dal clima in cui si svolgerà. Dopo di lui, mentre le città americane vengono sconvolte, altri agenti verranno accusati, cacciati, arrestati per episodi simili a quello di Minneapolis. Da Los Angeles a New York i sindaci democratici (e non solo) promettono radicali riforme, parte il movimento "defund the police".


Colombo e i sudisti
La furia iconoclasta sembra fare poche differenze, ma il vero obiettivo sono i generali schiavisti della guerra civile, a cui sono state erette statue fino a pochi anni fa, e la bandiera confederata che per decine di milioni di cittadini statunitensi è il simbolo dello schiavismo, della violenza contro le minoranze, dell’arroganza di un potere che si auto-perpetua.
Media, aziende e marketing Nelle ultime tre settimane, sono diversi i direttori di importanti pubblicazioni (il responsabile delle pagine editoriali del New York Times su tutti) costretti a dare le dimissioni per avere pubblicato articoli controversi e criticati sia dai lettori che all’interno delle redazioni. Su spinta del "Manuale di Stile" dell’ Associated Press e delle direttive della National Association of Black Journalists, sono sempre più numerosi i media americani che scrivono adesso Black con la B maiuscola. Se ne vanno dirigenti di aziende sotto accusa ma anche chi sceglie di farlo per solidarietà. Come il co-fondatore di Reddit Alexis Ohanian, marito della star del tennis Serena Williams: si è dimesso dal consiglio di amministrazione della società, chiedendo che ad occupare il suo posto nel consiglio di amministrazione venga chiamato un candidato nero. Anche il mondo dell’entertainment viene sconvolto: dopo 32 stagioni, il reality show televisivo Cops (poliziotti) è stato cancellato da Paramount. La Splash Mountain nei parchi Disney in California e Florida viene rifatta: non sarà più legata al film del 1946 "Song of The South", che molti considerano oggi razzista.


I nuovi politici
Nelle elezioni primarie locali in diverse città degli Stati Uniti, candidati afroamericani, a volte quasi sconosciuti, battono a sorpresa politici di lungo corso. Il caso più clamoroso nel Bronx, dove Jamaal Bowman, ex preside di scuola media nero (sponsorizzato da Alexandria Ocasio-Cortez) batte Eliot L. Engel, da sedici anni ras democratico dell’area. Neri e gay Mondaire Jones e e Ritchie Torres se venissero eletti saranno i primi afroamericani Lgbt al Congresso.