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 2020  giugno 23 Martedì calendario

Periscopio

L’unica certezza è che ogni legislatura è peggiore della precedente e migliore della successiva. Antonio Martino (Federico Novella). LaVerità.
Conte, guidando due governi opposti (cosa mai accaduta in nessuna democrazia normale), è un ulteriore stupro alla politica, all’etica, alla sovranità e alla rappresentanza. Marcello Veneziani. LaVerità.

Le regole che governano le distanze fra i lettini e gli ombrelloni sulle spiagge sono più severe di quelle degli aerei e dei Freccia Rossa, che pure sono ambienti chiusi dove circola solo aria condizionata. Luca Ricolfi, sociologo. Il Messaggero.

Il premier Conte è furbissimo: non è stato eletto da nessuno ma comanda e se li porta tutti a spasso che è un piacere. Da collega, visto che sono laureato pure io in Giurisprudenza, lo trovo un furbissimo avvocato di provincia. Pippo Baudo, presentatore tv (Renato Franco). Corsera.

Per me Matteo Renzi è uno scout scelto da «terribili forze che lo hanno sempre sostenuto. Queste forze sono gli ambienti finanziari nazionali e internazionali che desiderano stabilità politica. Renzi rappresentava questa speranza, ma è stato purtroppo divorato dal personalismo, ritenendo di poter colloquiare con il popolo eliminando i cosiddetti corpi intermedi. Un errore di gioventù. Ha dimenticato che un grande leader è quello che convince, non quello che ordina. Paolo Cirino Pomicino, ex ministro Dc (Maurizio Caversan). LaVerità.

Non esistono cani cattivi, ma solo uomini crudeli che tirano fuori il peggio dal Dna degli animali per farli combattere. Franco Barberi, allevatore di cani labrador (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Si dice che il problema supremo del giornalismo siano le fake news. Lasciamo stare l’inglese, parliamo italiano e chiamiamole balle. Così è più facile aggiungere che le balle ci sono sempre state. Nella mia lunga corsa ho incontrato colleghi che inventavano storie assurde. Ci ho scritto dei libri, Comprati e venduti, Carta straccia, soprattutto Carte false. Cominciavo così: «Fare carte false, spacciare carte false. Sempre di più, il giornalismo italiano mi appare così, un mestiere che non può o non vuole distinguere il falso dal vero». Era il 1986. Di cosa parliamo? Giampaolo Pansa, giornalista e scrittore (Giorgio Gandola). LaVerità.

Sono entrato in scena quando l’altro secolo era giovane, vicino a Villa Borghese. Quello rimane il mio imprinting, compreso il fischio del vigile urbano in bicicletta non appena si calpestava un’aiuola, un suono che vorrei sentire ancora. Alberto Ronchey, Il fattore R, conversazione con Pierluigi Battista. Rizzoli, 2004.

Dopo i fasti della presidenza Rai, Monica Maggioni si scelse un ufficio adeguato: fece ridipingere le pareti con un bianco ingentilito di venature lilla, fece mettere un megaschermo al plasma e, visto che non c’è il bagno interno, ne ottenne uno nelle vicinanze, prima destinato a uso comune, con serratura e chiave personale. Il potere logora eccetera. Avere un bagno al settimo piano è potere. Condividerlo, logora. Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.

Il nero Kisingo, uno dei capi del centro di accoglienza immigrati, si è anche assegnato l’ex ufficio del caporeparto, arredato secondo il proprio gusto: frigo con il vino ghiacciato, branda per collaudare le donne appena arrivate dall’Africa, foto del professor Meluzzi, grande esperto di mafia nigeriana, vestito da diacono della chiesa greco-melchita, e tirassegno con il volto di Matteo Salvini. Quello che doveva cacciare mezzo milione di negri. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.

Aurelio De Laurentiis è l’artefice della ricostruzione del Napoli, da Gattuso al trionfo in Coppa. La formidabile resurrezione del Napoli ha, prima di tutti gli altri, un riferimento fondamentale, e cioè Aurelio De Laurentiis. Verrebbe voglia, subito, di rispondere: Rino Gattuso. E anch’io ci ho pensato. Ma chi lo ha scelto, Gattuso? E non era una scelta facile: Rino, o meglio «Ringhio», è stato un calciatore formidabile, un lottatore, ha contribuito a indimenticabili successi del Milan (e anche campione del mondo, con la Nazionale, nel 2006). Come allenatore, invece, ha avuto inizialmente esperienze difficili, tormentate. Ma De Laurentiis ha capito le sue qualità, lo ha assunto, lanciato, galvanizzato. Addirittura al posto di Carlo Ancelotti, l’allenatore che ha vinto il maggior numero di trofei internazionali. De Laurentiis è stato spesso maltrattato, per il suo caratteraccio. Non lo conosco, ma l’ho sempre sostenuto, partendo dal presupposto che chi ha carattere ha sempre un brutto carattere. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.

I prestiti internazionali concessi alla Grecia sono finiti nelle banche europee cui doveva soldi e che ora invece deve al Fmi. Le ricchezze nazionali sono state fagocitate dai membri Ue. L’Italia ha incamerato le ferrovie e il gas. I tedeschi sono concessionari di tutti gli aeroporti, compreso l’hub di Atene; i francesi, coi tedeschi, si sono spartiti i porti del Pireo e di Salonicco. Restano le autostrade, ma saranno vendute a breve. Poi, verrà il turno delle isole. Dunque, neanche gli occhi per piangere. Né, per concludere, c’è l’ombra di speranza che la colonizzazione finisca entro il secolo. Vade retro, Christine (Lagarde), e sta alla larga da noi. Giancarlo Perna, saggista politico. LaVerità.

Maria Romana De Gasperi, figlia di Alcide, mi raccontò: «Quando, nella Roma liberata dal fascismo, cadde il primo governo presieduto da Ivanoe Bonomi, mio padre e Stefano Siglienti, che era il ministro delle Finanze, tornarono a casa a piedi perché pensavano che l’auto di servizio non gli fosse più dovuta». E Lorenzo Cappelli, deputato e senatore che fu per 55 anni sindaco di Sarsina, mi spiegò che, alla morte dello statista trentino, tutte le segreterie provinciali della Dc dovettero fare una colletta per comprare alla moglie Francesca un alloggio, altrimenti sarebbe finita sulla strada con le figlie. «Neanche quattro muri lasciò alla sua famiglia. Invece i politici di oggi riscattano gli attici a prezzi di favore dagli enti pubblici», scuoteva la testa il parlamentare romagnolo. Stefano Lorenzetto. L’Arena.

Vinsi il concorso al Collegio Borromeo di Pavia dove incontrai Gustavo Bontadini, che avrei ritrovato alla Cattolica. Fu un maestro autorevole e intellettualmente spregiudicato. Era anche il maestro di Emanuele Severino. Tra me e Severino c’era qualche anno di differenza. Allora, i primi anni Cinquanta, già insegnava. Evandro Agazzi, filosofo (Antonio Gnoli). la Repubblica.

L’evasione fiscale è legittima difesa. Roberto Gervaso. il Giornale.