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 2020  giugno 22 Lunedì calendario

Ecco come torneremo a volare

"Digitalizzazione del trasporto” ecco le parole d’ordine per chi decide di viaggiare in aereo ai giorni del Covid. Al netto del fastidio della mascherina c’è una buona notizia: i rischi si dimezzano e le code si assottigliano. Ne è sicuro Sergio Colella, presidente Europa di Sita (Société internationale de télécommunications aéronautiques) che recita come un mantra: “Digitalizzazione e automazione per far ripartire il settore”. Colella non usa mezze misure: “È bastato un virus per mettere a terra un aspetto fondamentale dell’economia mondiale, basti pensare che attualmente in Europa viene usato solo il 10% dei trasporti e alcuni paesi addirittura sono fermi al 2% e in uno scenario medio ci vorranno 3 o 4 anni per tornare ai numeri del 2019”. Come si riaccende la voglia di viaggiare? “È obbligatorio puntare alla riduzione dei costi, aumentare la garanzia di sicurezza e ridurre l’impatto ambientale”. Sarà soprattutto necessario: “Offrire conformità alle nuove regole sulla salute contribuendo così a rafforzare la fiducia che volando non si corre il rischio di alcun contagio”.
Le tappe del viaggiatore
Le tappe imprescindibili per chi viaggia sono naturalmente il check in, il bagaglio, la sicurezza, la frontiera e l’imbarco. Nulla va lasciato al caso: “È obbligatorio il distanziamento, grazie a code virtuali che permettono gli imbarchi in momenti diversi, e l’aiuto dei “computer vision” per fare analisi preventive dei passeggeri”. E l’igiene? “Si svilupperanno situazioni touchless con i documenti cartacei sostituiti dallo smartphone che consentono di gestire in proprio il percorso da casa all’arrivo, inoltre vengono ridotti al minimo i controlli di documenti e di polizia grazie alla biometrica che crea un’identità digitale”. Come funziona la (per molti) ancora misteriosa biometrica? “Presto i passeggeri potranno usare i tratti biometrici, per essere riconosciuti nei passaggi chiave del transito, tramite la creazione di un “token biometrico” – descrive Colella – in pratica all’arrivo al check-in devono scannerizzare il passaporto e farsi scattare una foto, terminata questa operazione potranno superare i controlli successivi con una scansione facciale”. Per esempio il Sita Smart Path, che consente il check-in biometrico, è già attivo all’aeroporto di Atene.
La sicurezza anti Covid
E per quanto riguarda la salute? “In Europa la situazione sta migliorando a macchia di leopardo per cui i controlli sanitari diventano più importanti in alcuni paesi ma in genere sarà sempre più diffusa la misurazione della temperatura o addirittura potrà essere richiesta la prova di aver fatto il vaccino o il test sierologico”.
Ma la vera novità è che l’aeroporto comincerà a pensare da solo: “Grazie all’intelligenza artificiale sarà possibile una simulazione avanzata per raccogliere dati sulle operazioni degli scali, e delle compagnie aeree, componendoli sullo schermo del computer in una visione real-time. Questa panoramica consente di visualizzare, simulare ed anticipare quello che accadrà nello scalo permettendo di generare risposte tempestive e di automatizzarle per pianificare le varie operazioni”. Buone notizie per i bagagli: “Giunti ai desk per l’imbarco i passeggeri potranno registrare la propria valigia mostrando il volto al posto della carta d’imbarco, questo permette di associare un tag che corrisponde al bagaglio consentendone la tracciabilità durante il viaggio o in caso di perdita”. Insomma, la tecnologia ce la mette tutta per rianimare un settore che, solo ad aprile, ha visto crollare il numero dei voli dell’80% a livello globale e del 90% in Europa. Secondo il Connectivity Index di Iata l’Italia è attualmente il sesto mercato in Europa. La speranza, conclude Colella, è di ripartire tenendo conto dell’ambiente: “Grazie alle tante informazioni digitali si possono avere indicazioni che permettono di ottimizzare i movimenti dell’aereo, l’aeroporto di Zurigo, tanto per fare un esempio, permette di risparmiare 1500 tonnellate di carburante l’anno grazie a info preventive come non passare dove c’è turbolenza o dove il consumo sarebbe più alto”.