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 2020  giugno 22 Lunedì calendario

A Parigi il riscatto dei "bouquinistes"

Rinasce la vita sui lungosenna: di nuovo il traffico e qualche turista (ma solo i francesi). Rieccoli pure loro, i «bouquinistes»: sotto i platani scossi dal vento, che soffia dalla Senna, Tai-Luc Nguyen Tan, 62 anni, ha riaperto i suoi quattro contenitori di libri d’occasione, le «boites», scatole, come si chiamano in gergo, color verde bottiglia. Per il cliente uno sgabello è sempre disponibile. Si parla d’Asia, la passione di Tai-Luc, tra i suoni dei clacson e i passanti frettolosi. Victoire, la moglie, dice che «per vendere un libro bisogna saperlo difendere e, quindi, bisogna averlo letto, amato». Lei per Marguerite Yourcenar sarebbe disposta a tutto.
Con Tai-Luc si sono conosciuti da studenti, alla biblioteca della facoltà di Lingue orientali, dove lui ancora oggi tiene corsi di Linguistica comparata (è uno specialista di lingua tai, parla cinese e ha studiato anche il vietnamita e il lao, Victoire è stata traduttrice dal cinese al francese). «Ci siamo innamorati fra i libri – dice lei – e ora ci ritroviamo a venderli». Sono appena tre anni che hanno il loro stand di fronte al 2 di quai de Gesvres. Accanto, tante scatole restano chiuse e i bouquinistes assenti: «Sono quelli che hanno privilegiato le Tour Eiffel placcate d’oro e i souvenir – osserva Tai-Luc -. Ma i turisti stranieri ora non ci sono. E loro cosa possono vendere?».
I bouquinistes esistono dal Cinquecento. All’inizio erano venditori ambulanti di libri nelle strade della città. Poi si insediarono qui sui lungosenna (distribuiti oggi su tre km, rappresentano la più grande libreria a cielo aperto del mondo). Ebbero un grande sviluppo negli anni della Rivoluzione francese, quando i saccheggi nei castelli della nobiltà o nelle librerie del clero generarono una grossa quantità di testi da commercializzare. Gli ultimi tempi sono stati durissimi: prima le manifestazioni dei gilet gialli e poi gli scioperi dei trasporti pubblici. E in seguito il coronavirus. Due studenti universitari hanno proposto una colletta su change.org per sostenerli, lanciando un appello «contro una società che ormai crede solo nella viralità del digitale».
La situazione attuale, però, sta rivalutando i bouquinistes veri, quelli che vendono solo libri, i «bravi mercanti di spirito», diceva lo scrittore Anatole France. Molti di loro, come Tai-Luc e Victoire, sono definiti «neobouquinistes». A fornire la concessione (gratuita) è il comune di Parigi, che da alcuni anni ha deciso di bloccare la deriva dei venditori di paccottiglia. Così vengono scelti sempre più personaggi come Tai-Luc, che di storie ne ha così tante da raccontare. La madre, dattilografa di origini bretoni, conobbe il padre, arrivato dall’Indocina francese, nel quartiere Latino, dove lui, bello e impossibile, gestiva una palestra. E poi Tai-Luc è il cantante di un gruppo di punk rock mitico in Francia, tra gli anni 70 e 80, La Souris déglinguée. Anche i fans vengono a incontrarlo.
Più in là, ancora sulla rive droite, di fronte all’84 del quai de l’Hotel de Ville, ecco Serge Hoffman, 58 anni, bouquiniste solo dal novembre scorso. Ha fatto per anni il grafico in un grande gruppo pubblicitario. «Poi mi sono ritrovato disoccupato. Venivo qui a comprare vecchi libri e a discutere. Mi sono detto: e se cambiassi vita?». Il Comune ha accettato la candidatura. Lo stand riflette il suo mondo, «quello del pop: suono in un gruppo, French Boutik. Poi propongo altre mie passioni, come le riviste per uomini degli anni 50 e 60 e testi filosofici anarchici. E tanto pulp, gialli americani in inglese». Anche nello stile, Serge sembra uscito da «Pulp Fiction» di Tarantino.
Rive gauche, invece, di fronte al 27 di quai de Tournelle, Luc Brunet, 59 anni, è un ex giornalista «alla fine consunto da quella professione che adoravo». Lui è già una decina d’anni che si è riconvertito «e sono alla vecchia maniera, non propongo una storia particolare, ma libri di ogni tipo, tanti romanzi, comprati solo da privati, come fanno i veri bouquinistes». François Busnel, che conduce il programma tv più seguito sulla letteratura (La Grande Librairie), viene da lui alla ricerca di testi particolari. E a sedersi sul solito sgabello. A rifare il mondo, mentre l’acqua della Senna scorre dolce e inesorabile. Si porta via sogni, illusioni, nuove partenze.