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 2020  giugno 22 Lunedì calendario

Così la F1 anticipa il futuro dell’auto

«I dati? Ormai sono parte dello spettacolo e con loro l’analisi fatte dall’intelligenza artificiale». Robert Smedley, capo ingegnere della Formula 1, racconta così da Londra le novità che verranno annunciate ufficialmente domani e che vedremo a partire dal Gran Premio d’Austria il 5 luglio.
In collaborazione con il servizio cloud Aws di Amazon, saranno mostrati in tempo reale i punteggi relativi alle prestazioni delle macchine, il confronto fra i campioni del passato e i piloti in gara, la valutazione delle loro capacità nelle diverse fasi iniziando dalle qualifiche, i risultati delle vetture in curva e a bassa velocità, la costanza delle scuderie, la previsione di chi avrà maggiore possibilità di vincere. «Usavamo l’intelligenza artificiale in F1 già dieci anni fa», spiega Smedley, che ha un lungo passato alla Ferrari. «Ma tecnologie del genere hanno sempre operato dietro le quinte, ora le stiamo portando in prima linea. Il punto non è più se il digitale dominerà il mondo delle automobili, ma come sfruttare la quantità di informazioni enorme che i veicoli connessi producono».
Che gli algoritmi e in generale l’intelligenza artificiale (Ai) sappiano guidare è insomma cosa nota. Meno che la nuova miniera d’oro sta nella raccolta e nell’analisi dei dati dopo che la vettura è stata acquistata e ha preso a circolare. Una monoposto ne produce un terabyte ad ogni gara, un veicolo a guida autonoma arriva a quella cifra in 24 ore, quanto basta per riempire gli hard disk di uno o due portatili. Non solo: le telecamere installate sulle automobili di nuova generazione, da quella impiegata nei sistemi più semplici per il parcheggio assistito fino alle otto delle Tesla, entro il 2025 sforneranno più ore di video di qualsiasi altra fonte superando YouTube o Facebook. Una mole di dati impossibile scandagliare senza le Ai.
«Nella Formula 1, decine di ingegneri controllano ogni singola informazione prodotta delle due vetture che gareggiano. Nel campo delle automobili di serie fino a poco tempo fa era il contrario: due o tre persone vagliavano i dati di milioni di veicoli immessi sul mercato». Christopher Heiser, cofondatore della Renovo Auto, vede in tutto ciò una nuova terra di opportunità. In collegamento dalla Silicon Valley, spiega come sia stata proprio una visita in un box della Formula 1 a dargli l’idea che oggi muove la sua compagnia: fornire un servizio di raccolta e analisi basato sulle Ai paragonabile a quanto visto a bordo pista. Dodici anni dopo e una mezza dozzina di premi raccolti, fra i quali l’Innovation Award al Consumer Electronics Show di Las Vegas nel 2020, mira a ritagliarsi un ruolo di rilievo nel settore delle auto a guida sempre più autonoma offrendosi come approdo sicuro rispetto agli ingombranti colossi del Web. Renovo è ad un tempo una piattaforma software e un servizio cloud capace di raccogliere e analizzare ogni aspetto di un veicolo connesso. Le informazioni che arrivano dai vari sensori, come il radar lidar, sono disomogenee e vanno prima ripulite perché una Ai possa vagliarle. Pochi lo sanno fare fra i produttori di automobili.
«Ogni giorno possiamo controllare e migliorare prestazioni ed autonomia della macchina», sottolinea Heiser. «Come si trattasse di uno smartphone, che apprende via via da come viene utilizzato». Per questo la Tesla di Elon Musk aggiorna il software delle proprie vetture ogni quindici giorni quando gli altri lo fanno spesso una volta l’anno.
Le prospettive sono rosee: il mercato che ruota attorno agli “Advanced driver assistance systems" (Adas), le tecnologie per la guida assistita, dovrebbe raggiungere i 70 miliardi di dollari nel 2023 e sorpassare gli 800 miliardi nel 2035. Almeno secondo le previsioni ottimiste della Consumer Technology Association statunitense. Altri analisti hanno stime più modeste. Markets And Markets ad esempio parla di 27 miliardi nel 2020 e 83 nel 2030. In ogni caso una crescita verticale perché promette soluzioni delle quali difficilmente si potrà fare a meno.
«Nella Formula 1 le analisi delle Ai possono aumentare le prestazioni di circa un cinque percento, ma in una vettura normale si arriva anche al dieci o al quindici», conclude Smedley. «Ecco perché quella dei dati è una strada obbligata per tutti».