il Fatto Quotidiano, 21 giugno 2020
In Siberia 38 gradi
In Italia – Puntuale per il Solstizio (avvenuto ieri sera alle 23,44) ecco finalmente il tempo estivo ma senza eccessi di caldo, dopo che l’ultima settimana è stata ancora piovosa e temporalesca al Centro-Nord. Assai colpito il Piemonte: lunedì 15 giugno in serata nubifragio di insolita violenza a Nord di Torino, 81 mm di pioggia e grandine a Venaria, di nuovo allagati gli edifici di San Mauro Torinese già evacuati l’8 giugno. Martedì sera 10 cm di grandine sulle strade di Suno (Novara), mercoledì pomeriggio allagamenti a Torino-Sud (in città per ora sono caduti 215 mm in giugno, il doppio del normale) e giovedì sera grandine come uova ha distrutto i frutteti del Saluzzese (Cuneo). Intensi rovesci con allagamenti anche nel Senese martedì, in Lucchesia mercoledì e nell’Udinese giovedì. Il Cnr-Isac comunica che maggio 2020 è stato “solo” il quindicesimo più caldo in due secoli in Italia (anomalia +1,1 °C), ma il periodo gennaio-maggio è da record nella serie dal 1800 (+1,3 °C) per la straordinaria persistenza di temperature sopra media. Il lockdown per il Covid-19 ha migliorato la qualità dell’aria, anche se per poche settimane. Lo indica un’indagine nel quadro del progetto “PrepAir” a cui hanno partecipato le Arpa di tutte le regioni padane. I modelli al calcolatore dicono che, a parità di condizioni meteo, rispetto a una situazione senza restrizioni al Nord Italia le concentrazioni di ossidi di azoto a fine marzo erano dimezzate, in quanto direttamente legate al traffico che si è ridotto anche dell’80 per cento nel caso dei veicoli leggeri. Invece le polveri sottili sono calate meno (15-30 per cento) perché vi contribuisce soprattutto il riscaldamento degli edifici, invariato. Ridurre l’inquinamento quindi è possibile, ma con strategie a lungo termine per il telelavoro, la mobilità elettrica, l’efficienza energetica, la filiera corta del cibo e il turismo di prossimità.
Nel mondo – L’eccessiva piovosità delle ultime settimane ha riguardato anche la Francia, dalla Bretagna alla Corsica. In varie località nella prima metà di giugno ha piovuto più di quanto fa di norma in tutta l’estate, 110 mm a Cannes e ben 324 mm al Mont-Aigoual (Cévennes). Il caldo anomalo si è spostato in Nord Europa, 32 °C a Berlino sabato 13 e a San Pietroburgo giovedì 18, più di 10 °C sopra media, ma soprattutto 38 °C ieri a Verkhoyansk (Siberia, 68° di latitudine Nord), valore mai misurato prima oltre il Circolo Polare. Caldo intenso anche in Québec (Canada) dove, sempre giovedì, si sono raggiunti nuovi record sia per giugno (35,1 °C a Mont-Joli), sia per tutti i mesi dell’anno (36,6 °C a Sept-Îles). Molteplici le zone colpite da inondazioni nei giorni scorsi: West Virginia, Ungheria e Repubblica Ceca, Nigeria, Costa d’Avorio, Guatemala, Cina e Thailandia. Secondo la Noaa maggio 2020 è stato il più caldo nel mondo nella serie dal 1880, pari merito con il caso del 2016 (anomalia +0,95 °C). Maggio più caldo in assoluto in Spagna (+2,7 °C) e nell’insieme dell’Asia (+2,1 °C). Il Mediterraneo è tra le zone al mondo che sono e saranno più colpite dai cambiamenti climatici, ed entro fine secolo le preziose piogge invernali potranno ridursi anche del 40 per cento dalla Turchia al Nord Africa. Nell’articolo Why Is the Mediterranean a Climate Change Hot Spot? sul Journal of Climate, Alexandre Tuel e Elfatih Eltahir del Massachusetts Institute of Technology dimostrano come questa tendenza sia l’effetto di cambiamenti nella circolazione atmosferica e nella temperatura del mare a seguito del riscaldamento planetario, con sviluppo di alte pressioni più forti. Così, aree che già ora hanno una società e un’economia tra le più instabili del pianeta, diverranno ancora più povere e conflittuali per il tracollo dell’agricoltura.