La Stampa, 18 giugno 2020
Il Doblò rende più delle auto di lusso
«Nell’immaginario collettivo i veicoli commerciali sono sempre stati considerati un po’ i parenti poveri del settore auto. In realtà per le case sono molto redditizi: paradossalmente, ma neppure tanto, si guadagna più su un Doblò che su una Maserati». Una boutade quella del concessionario rigorosamente anonimo? Fino a un certo punto, se la stessa Commissione Ue sottolinea come «i van sono un mercato sempre più importante» e per questo «è preoccupata che la fusione fra Fca e Pesa possa ridurre la concorrenza nel settore dei van sotto le 3,5 tonnellate».
In realtà la concorrenza fra le diverse major delle quattroruote in questo comparto è spietata, per dividersi un mercato che lo scorso anno valeva 2 milioni e 635 mila veicoli immatricolati in Europa (-2,5% sul 2018). E che ha evidenziato trend diversi nei principali mercati: Germania +6,1%, Francia +4,3%, Regno Unito +3%, Italia +1,9% e Spagna +0,3%.
Un mercato, quello dei veicoli commerciali, molto complicato e frammentato, diviso in tre grandi aree: i veicoli leggeri fino a 3 tonnellate (nel mirino dell’Antitrust europeo), quelli medi fino a 12 tonnellate e i grandi oltre le 12. Tutti a loro volta divisi a seconda delle diverse tipologie e specializzazioni. Si va dal trasporto di persone (dalle familiari fino ai pulmini), al trasporto di cose, ai refrigerati, fino ai camper. Il Ducato, ad esempio, è uno dei modelli di maggior successo di Fca. Viene prodotto in Abruzzo dalla Sevel di Val di Sangro (Chieti) che realizza mezzi anche per Psa. La distribuzione della produzione in Sevel è di circa il 35% per Psa e del 65% per Fiat Professional. Non molti sanno che il telaio e la cabina del Fiat Ducato servono regolarmente come base per molti produttori di camper europei: oltre 500 mila unità sono state vendute ad aziende specializzate.
Il principale produttore di veicoli commerciali in Europa è l’americana Ford, con il 16,4%, seguita da Renault (13,8%), Volkswagen (13,4%), Fca (10,8%), Mercedes (10,3%), Peugeot (9,9%), Citroen 8,5%) e Opel (4,5%). Con la fusione fra Fca e Psa, l’insieme dei brand coinvolti (Fiat Professional, Peugeot, Citroen e Opel) avrebbe il 34% del mercato. Del resto il settore va verso un inesorabile consolidamento, non tanto sul fronte azionario (per ora), ma produttivo. Due dei maggiori competitor, anche in questo particolare segmento, come Ford e Volkswagen, hanno ufficializzato l’11 giugno un’alleanza produttiva. Ford progetterà e svilupperà un pick-up medio per Volkswagen, che lo introdurrà sul mercato dal 2022 in sostituzione dell’Amarok. Dal 2021 inoltre VW realizzerà un city van per le consegne urbane al quale farà seguito un furgone da una tonnellata creato da Ford. L’obiettivo è arrivare alla produzione comune fino a 8 milioni di unità nell’intero ciclo di vita dei tre nuovi modelli.
Daimler (Mercedes) non resta a guardare. È in trattative con i cinesi di Geely (per inciso i primi azionisti del gruppo di Stoccarda con il 9,7%) per realizzare un’alleanza nei van e minivan. E iniziative comuni sono previste anche dall’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Per tutti il medesimo mantra: condividere investimenti sempre più onerosi, soprattutto nell’ottica dell’abbattimento delle emissioni di CO2.