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 2020  giugno 17 Mercoledì calendario

Manca l’81% dei decreti attuativi

Sono ben 165 i provvedimenti attuativi previsti dai diversi decreti che il governo ha adottato negli ultimi mesi per affrontare l’emergenza Covid-19. Ma di questi finora soltanto 31 sono stati già varati, il 19% del totale. La drammaticità della crisi prima sanitaria e poi economico–sociale scatenata dall’epidemia del coronavirus, imporrebbe risposte rapide oltre che efficaci. Ma anche quando governo e Parlamento concludono l’iter dei provvedimenti, spesso attraverso la spinta dei voti di fiducia, il processo è ben lungi dall’essere concluso. Il dato emerge da un’indagine condotta da Open Polis e permette di toccare con mano tanto la complessità delle procedure legislative e burocratiche, quanto lo scarto tra gli annunci mediatici e l’effettività delle misure approvate. Così come è accaduto, ad esempio con i pagamenti della cassa in deroga. Non si tratta di una novità. Ma l’inedita situazione di crisi ha ingigantito il problema perché il governo nel giro di 4 mesi ha licenziato 13 decreti, movimentato risorse in bilancio pari a due o tre manovre finanziarie (80 miliardi, più le risorse indirette) e previsto decine e decine di nuove norme, misure, disposizioni, bonus. Buona parte dei quali resta in cerca di autore. I ministeri coinvolti nell’attuazione dei decreti legati al coronavirus sono 17. Gran parte del lavoro delle prossime settimane toccherà al ministero dell’Economia. Il dicastero guidato da Roberto Gualtieri è responsabile per 36 decreti attuativi. Di questi, informa sempre OpenPolis, 23 riguardano il ’dl Rilancio’ (attualmente all’esame del Parlamento), 7 al decreto liquidità e 6 al cura Italia (entrambi già convertiti in legge). Gli altri ministeri maggiormente coinvolti sono l’Istruzione e lo Sviluppo economico, con 13 provvedimenti attuativi da varare a testa, e il Lavoro con 12. Segno tangibile delle priorità dei prossimi mesi: il rilancio economico del Paese, la tenuta occupaziona-le, la ripresa dall’anno scolastico dopo la lunga parentesi di chiusure e lezioni on line.
L’attuazione dei decreti attuativi resta quindi in una fase em- brionale. In particolare ritarda l’attuazione del dl liquidità (nessuno sui 12 interventi previsti). Ma la maggior parte del lavoro da completare riguarda il ’dl Rilancio’ e il Cura Italia. Per il primo sono stati adottati 9 dei 103 decreti attuativi indicati, per il secondo 16 su 36. Anche il decreto scuola richiederà ulteriore lavoro: al momento sono stati licenziati 4 degli 11 provvedimenti attuativi. Così in molti ambiti resta una forte incertezza normativa. Un esempio è una proposta dal forte appeal come l’ecobonus al 110%, la maxi detrazione prevista dal decreto rilancio per le ristrutturazioni “verdi”. Il dl prevede ben 3 decreti attuativi tutti ancora da varare, due dei quali entro il 18 giugno. Stessa sorte per il «bonus mobilità» dedicato a sostenere l’acquisto di bici e mezzi “sostenibili”. Il ministero dell’Ambiente deve ancora dare il via alle modalità di attuazione per rimborsi e anticipi. In questi casi pesa anche il fatto che le norme potrebbero essere ancora modificate nel cammino parlamentare e probabilmente gli uffici stanno prendendo tempo. In stand by c’è anche la misura che definisce le modalità di credito d’imposta per gli adeguamenti degli ambienti di lavoro per l’emergenza Covid. Così come il fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi: il provvedimento attuativo sarebbe dovuto arrivare entro l’8 giugno, una settimana fa.