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 2020  giugno 17 Mercoledì calendario

Periscopio

Io i soldi non li conto, li peso. Bebé Roberto Pannunzi, il re calabrese della coca (Carlo Macrì). Corsera.
Giudizi sconsolati dell’avvocato Franco Coppi, 82 anni, sulla giustizia italiana. «Se mi accusassero di aver rubato la Torre di Pisa, scapperei immediatamente». Carmelo Caruso. Il Foglio.

Credevo che il ministro della Giustizia, Bonafede, facesse qualche apertura di fronte ai tanti problemi che avrebbe dovuto affrontare. Invece mi pare che alla Camera abbia suonato l’Avanti tutta. Un profluvio di numeri senza entrare nel merito, nemmeno di Anm, Csm e della guerra fra bande dei magistrati. Emma Bonino (Virginia Piccolillo). Corsera.

Un bengalese con il codino è caduto dalla bicicletta. Con lui è caduta (dallo scatolone con la scritta «Deliveroo») una quantità di sushi che potrebbe sfamare un villaggio africano. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.

Nella mia nuova rubrica televisiva Io e te non ospiterò dei virologi. Mi auguro arrivi presto il momento in cui torneranno a fare il loro mestiere nei loro studi e non in quelli televisivi. Pierluigi Diaco (Chiara Maffioletti). Corsera.

Sul mercato di quartiere sono tornati, anche, i banchi delle scarpe, delle lenzuola, e dei casalinghi, che mi piacciono tanto: colmi di mestoli, colapasta, mattarelli, formine. Ecco il «mio» banco delle tovaglie, festose tovaglie stampate a rose, girasoli, angurie – per 10 o 12 euro metti sulla tavola l’estate. Il fioraio poi, con le roselline dall’Olanda e le piccole edere rampicanti che, sul balcone, cresceranno e rimarranno, tenaci («l’edera, dove si attacca muore», risento la voce di mia madre). Manca solo, perché il primo mercato dopo il silenzio del Covid sia perfetto, quell’assembramento goloso di donne a certi banchi che subito fa accorrere le altre, perché segnala un affare vantaggioso. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.

Caro Attilio, se non ti offendi direi che un’ombra di provincialismo c’è stata in te nel non voler essere provinciale. Biglietto di Cesare Zavattini al suo amico parmigiano Attilio Bertolucci. Antonio Debenedetti. Corsera.

Barbara Alberti è passata dallo stare chiusa nella casa del Grande Fratello Vip a stare chiusa in casa sua, e osserva: «Non c’è più un millimetro di tv, radio, rete, che sia esente dal virus, 10% informazione, 90% chiacchiere vane, anche perché molto spesso sono contraddittorie, sul coronavirus che provocano delle ansie intollerabili. Appena ascolto mi sento tutti i sintomi, e aspetto la morte. Ho l’orecchio destro a pezzi, perché la gente chiusa in casa si attacca al telefono. Massimiliano Parente. Il Giornale.

Ricordo di aver avuto, negli anni 70, una polemica con Franco Rodano e Claudio Napoleoni sull’ordine degli investimenti per promuovere lo sviluppo economico in Italia. Essi dicevano che prima si dovevano fare le industrie pesanti poi, solo alla fine, quelle dei consumi. Io, al contrario, sostenevo che la priorità poteva andare indifferentemente alle telerie, alle poltrone, agli elettrodomestici, alla moda, al made in Italy e che era comunque fondamentale un mercato interno di consumi domestici o personali. Francesco Alberoni, sociologo. il Giornale.
Elisabetta II. Voto 10. Parla per 4 minuti ai sudditi afflitti dal Covid-19, appellandosi al coraggio del Regno Unito contro il nazismo: «Quelli che verranno dopo di noi potranno dire che i britannici di questa generazione sono stati forti come ogni altra». Il padre Giorgio VI entrando in guerra supplicò: «Chiedo di stare calmi e saldi e uniti in questo momento di tribolazione». Degna erede. Stefano Lorenzetto. Arbiter.

La vita si può leggere come una scala con vari pianerottoli. È impossibile comprenderne il senso complessivo se si salta il primo pianerottolo, che per me ha coinciso con l’avventura giovanile nella Legione Straniera. Ora la ricordo non per ciò che è stata (in fondo un collegio molto disciplinato e un po’ pericoloso, non di più) ma per quello che mi ha fatto diventare, un convinto anticolonialista e terzomondista. L’insegnamento negativo di quella esperienza, durata cinque anni, ha prodotto una maturazione progressiva che mi ha segnato definitivamente. Bernardo Valli, inviato speciale internazionale (Simonetta Fiori). la Repubblica.

I figli, sì, erano importanti, le conoscenze col tempo divennero mondi separati. Finimmo, io e Willy Mostyn-Owen, nell’infedeltà reciproca, nel disprezzo reciproco, nella noia reciproca. L’unica soluzione fu il divorzio. Fece bene a entrambi. Sicuramente a me, che consolidai alcune amicizie interessanti. Gaia Servadio (Antonio Gnoli). la Repubblica.

«In che differisce da un normale italiano?», chiedo. «Non sono italiano», replica serafico Philippe Daverio. «Sono totalmente milanese, convintamente toscano, son de’ casa a Venessia, ma faccio fatica a essere italiano». «La pensavo addirittura risorgimentale, vedendo la sua passione per l’arte nostra», replico. «Sono risorgimentale ma di un’Italia federalista. Sono anche terronista perché mi piace il Meridione. Una terra depredata dalla storia unitaria che ha dato spazio a ceti sociali parassitari che aspettano solo la pappa fatta. Sogno una rivoluzione culturale del Sud che vorrei finanziata dall’Ue». Philippe Daverio, storico dell’arte (Giancarlo Perna). Libero.

Gianni Agnelli era un uomo che amava molto le donne. Ci provò anche con me ma io lo rifiutai. Anche se poi dissi che se lui ci avesse riprovato, avrei ceduto. Era una persona irresistibile. In fondo, di uomini irresistibili nella vita non è che se ne conoscano poi tanti. Lui sentiva come un dovere il sedurre le donne che gli stavano vicino. Secondo me, in definitiva, non è che fosse per lui così importante farlo, era quasi una cortesia. Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata (Giuseppe Fantasia). Huffington Post.

Vivo in Umbria da trent’anni, ma questa regione non ha influito su di me. Per me l’Umbria è solo un parcheggio. Un posto dove vivere tranquilli. L’umbro è molto chiuso, se oggi fossi più giovane forse sceglierei le vicine Marche. Ma non la Toscana, che è diventata una terra da ricchi. Non posso starci, così come non potrei stare a Londra. Ma, alla fine, vivo bene in Umbria, anzi, negli ultimi tempi sono nate amicizie nuove. Giovani amici che mi danno coraggio. Salvatore Sciarrino, compositore siciliano (Piera Anna Franini). il Giornale.

Un buon politico ha la memoria corta e la vista lunga. Roberto Gervaso. il Giornale.