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 2020  giugno 17 Mercoledì calendario

Cordero, Stendhal e Carminati

(…) Franco Cordero, uno dei più grandi e geniali studiosi del nostro tempo della procedura penale, scomparso appena un mese fa, amava ricordare, nelle sue indimenticabili lezioni universitarie alla Sapienza di Roma (performance, più che lezioni), a chiosa degli articoli del codice di procedura penale che disciplinano i tempi di deposito delle motivazioni di una sentenza, che Stendhal, nel 1838, scrisse il suo capolavoro La Certosa di Parma in 53 giorni. Meno di due mesi. La metà della metà del tempo impiegato dalla Cassazione per mettere insieme le ragioni che, il 22 ottobre dello scorso anno, l’hanno appunto convinta a smontare l’aggravante mafiosa contestata nell’associazione per delinquere di cui Carminati faceva parte. Naturalmente, non abbiamo elementi per valutare se sia stato più complesso mettere insieme le 500 pagine della Certosa di Parma o le 379 pagine di motivazioni di Mafia Capitale. Ma c’è un dato, anche questo obiettivo, che fa pensare. Nell’inverno che abbiamo alle spalle, la pandemia del Covid-19 ha di fatto congelato ogni attività di udienza, sollevando anche i collegi di Cassazione da un carico di lavoro che, sulla carta, avrebbe dovuto rendere più agevole il lavoro di scrittura delle motivazioni di procedimenti già definiti. Evidentemente, il processo Mafia Capitale non ne ha avuto beneficio. Anzi. È successo il contrario.