la Repubblica, 16 giugno 2020
Identikit dei suprematisti Usa
La doppia crisi – mal gestita pandemia e proteste legate all’uccisione di George Floyd – che ha travolto l’America in questi mesi ha accelerato un fenomeno già drammaticamente palese negli ultimi anni: la crescita esponenziale di vari movimenti estremisti. Un’accozzaglia di gruppuscoli e lupi solitari, spesso senza gerarchie e con un alta fluidità ideologica, ma accomunati da un odio profondo per lo Stato e un’alta propensione alla violenza, favorita anche dal ben noto facile accesso alle armi che caratterizza la società americana. Movimenti spontanei spesso nati online, non tanto su Facebook e Twitter, che negli ultimi anni hanno compiuto sforzi notevoli per censurare contenuti estremisti, ma su piattaforme secondarie quali Telegram, Gab, 4chan e 8chan, veri Far West virtuali dove non vigono leggi.
La minaccia maggiore proviene, come ripete ormai da anni l’Fbi, soprattutto da militanti di estrema destra. Persistono gruppi “storici” come il Ku Klux Klan, che non è certo più in grado di terrorizzare intere comunità afroamericane nel Sud del Paese come faceva nei secoli scorsi ma continua ad attrarre simpatizzanti: domenica scorsa, ad esempio, la polizia di Seattle ha arrestato il capo della sezione locale del Kkk per aver guidato la propria auto contro una manifestazione dei Black Lives Matter.
Ma proliferano anche entità nuove e spesso difficili da inquadrare. Si parla molto dei Boogaloo Bois, movimento nato sulle chat room e senza alcuna leadership ma che in poco tempo si è diffuso in tutto il Paese. Vogliono una seconda guerra civile americana nella quale la popolazione si ribellerebbe al governo federale, che ritengono controllato da multinazionali e altre influenze occulte. Ideologicamente, molti di loro adottano varianti di suprematismo bianco e neo-nazismo, ma alcuni di loro hanno partecipato alle proteste dei Black Lives Matter per difendere i manifestanti dalle violenze della polizia. E prima avevano giocato un ruolo importante nelle proteste contro le misure di lockdown che si erano svolte in vari Stati d’America. In tutte queste occasioni si riconoscono per il look: enormi e sofisticate armi automatiche (che è legale portare con sé in molti Stati americani), mimetica stile forze speciali e camicia a fiori hawaiana in riferimento a un meme della sottocultura boogaloo.
Negli ultimi anni estremisti di destra hanno colpito sinagoghe (San Diego e Pittsburgh), chiese afroamericane (Charleston) e negozi frequentati da ispanici (El Paso), solo per citare i casi con un alto numero di vittime. Gli attentatori hanno sempre agito da soli dal punto di vista operativo, ma erano ben inseriti in comunità virtuali che ne hanno nutrito l’odio. Ed è sempre online che è nata una nuova e peculiare ideologia estremista che negli ultimi anni ha motivato vari atti di violenza: incel, un’abbreviazione del termine involuntary celibates (celibi involontari). Il movimento si forma in chat dove i membri discutono il loro odio per le donne e per gli uomini che hanno successo con loro. Una miscela di misoginia e frustrazione sessuale che si incancrenisce sul web e che ha portato vari membri della comunità incel ad atti che hanno tutte le caratteristiche del terrorismo e che vengono ormai considerati come tali dalle autorità. Sparatorie e accoltellamenti di vittime, perlopiù donne, scelte a caso da un incel che, prima di agire, lascia un manifesto di rivendicazione che poi circola con ammirazione nelle chat del movimento.
Dinamiche relativamente nuove che mettono in difficoltà le autorità americane sia per la granularità di questi movimenti e conseguente imprevedibilità di chi ne fa parte, ma anche a causa di una importante falla legislativa. La legge americana, infatti, permette di designare come organizzazioni terroristiche solo gruppi “stranieri” come al Qaeda, l’Isis, l’Eta o le Farc colombiane. Gruppi “interni”, anche se adottano forme e modalità di azione tipiche del terrorismo, non possono essere designati come tali. Il distinguo ha importanti ripercussioni pratiche su vari aspetti dell’antiterrorismo, dal tipo di sorveglianza che si può esercitare alla lunghezza delle pene. In sostanza, mentre contro gruppi stranieri l’Fbi gode di poteri enormi, su gruppi interni, qualunque sia la loro ideologia, le mani dell’agenzia sono in parte legate.
È una falla che affonda le sue radici storiche nella volontà di limitare l’operato dello Stato nei confronti dei cittadini americani e nel rispetto di principi base della Costituzione, ma che molti considerano poco pratico e anacronistico. Vari progetti di legge hanno cercato negli ultimi anni di correggere questo gap, ma hanno trovato una forte resistenza nella maggioranza repubblicana al Congresso e nella Casa Bianca. Ironicamente Trump si trova ora davanti allo stesso muro, avendo dichiarato di voler designare come organizzazione terrorista Antifa, il movimento informale di estrema sinistra che si è macchiato di varie azioni violente durante le proteste per la morte di Floyd. Difficile prevedere come procederà il dibattito normativo, ma quello che pare certo è che le tensioni e la polarizzazione che stanno caratterizzando la società americana, a questo punto paragonabili a quelle di fine anni ‘60/inizio ’70, inevitabilmente stanno favorendo la crescita di una serie di ideologie e movimenti estremisti che non di rado si contrappongono e si sostengono a vicenda in un perverso fenomeno di reciproca radicalizzazione.