Affari&Finanza, 15 giugno 2020
Memorabilia per milionari
Magliette, scarpini, mazze da baseball. Taccuini, figurine. L’acquisto dei cimeli dello sport, nell’era delle casacche recapitate in tribuna in tempo reale con dedica e autografo in cambio di un paio di clic e una prepagata per l’acquisto, è un settore che continua a produrre dividendi. Il contatto fisico con l’oggetto che produce emozioni si paga: un servizio del quotidiano sportivo tedesco Bild sulle maglie da calcio retrò svela che la divisa con cui il Barcellona allenato da Johan Cruijff vinse la prima Coppa dei Campioni contro la Sampdoria di Vialli e Mancini nel 1992 vale 688 euro. E dietro la maglia degli spagnoli c’è quella del Napoli di Diego Armando Maradona (573 euro) che vinse il secondo scudetto, 30 anni fa. E se la divisa della prima edizione del Manchester United con Alex Ferguson in panchina, 1986/87, costa 516 euro, tra quelle delle nazionali vince quella dell’Olanda di Van Basten, Gullit, Rijkaard campione d’Europa nel 1988, con 688 euro. Certo, spiccioli rispetto all’assegno staccato (da 1,24 milioni di dollari) da un anonimo appassionato per il libro con le regole del calcio dello Sheffield Football Club, ritenuta la squadra di calcio più antica del mondo (1857). Dunque, la nostalgia dei calciofili ha un prezzo, contando anche la FA Cup, la Coppa d’Inghilterra, il torneo più antico di sempre, riprodotto nel 1896 e venduto all’asta per 956 mila dollari, togliendo lo scettro alla Coppa Rimet (il nome precedente della Coppa del Mondo) vinta dal Brasile di Pelè sull’Italia di Mazzola e Rivera nel 1970, battuta da Sotheby’s per 300 mila dollari oltre 20 anni fa, prima della scoperta che si trattasse in realtà di una replica del trofeo.
I record da milioni di euro
Ma sono comunque cifre a buon mercato rispetto ai memorabilia di altri sport battuti all’asta, o acquistati da privati. A New York circa un anno fa da Sotheby’s è stato aggiudicato il manifesto originale delle Olimpiadi, un documento da 14 pagine redatto da Pierre de Coubertin (fondatore del Cio), per 8,8 milioni di dollari, il cimelio più caro di sempre. Ma era assai coperto anche il conto in banca dell’amatore che ha speso oltre un milione di dollari per la mazza da baseball utilizzata per il 500esimo fuori campo in carriera da Babe Ruth, leggenda dei New York Yankees (baseball) nella prima fetta del Novecento, con Muhammad Alì e Michael Jordan sul podio delle icone dello sport americano. Solo la quarta parte dell’investimento di un seguace di Ruth sulla sua divisa da gioco con la squadra della Grande Mela in una trasferta del 1920, la maglia (acquistata in un’asta in California) più antica di Ruth con gli Yankees (4,4 milioni di dollari) mentre per 5,6 milioni di dollari è stata venduta un’altra casacca di The Babe alla fine degli anni Venti. Di sicuro, il baseball riesce a infilarsi nelle tasche piene dei collezionisti: vale 3,1 milioni di dollari la card T1909 di Honus Wagner, stella dei Pittsburgh Pirates, pubblicata tra il 1909 e il 1911 dall’American Tobacco Company e considerata una specie di Gronchi Rosa, con meno di 200 esemplari riprodotti. Una delle copie è stata venduta per 2,8 milioni di dollari nel 2007. È costato invece 4,3 milioni di dollari (alla Kansas City University) il Regolamento del basket, le tavole della legge in versione unica della pallacanestro, scritto e firmato da James Naismith, il professore di educazione fisica che ha reso possibile ammirare negli anni Michael Jordan e Lebron James. Avrebbe dovuto trattarsi di un passatempo per i giocatori di football e l’idea del canestro sarebbe apparsa nella mente di Naismith con una palla lanciata in un cestino. Dal parquet al ring, sono stati battuti per 1,1 milioni di dollari durante un evento benefico, in occasione del 70esimo compleanno del campione, i guantoni - di marca Frager - con cui Muhammad Alì sconfisse Floyd Patterson per la cintura di campione del mondo dei pesi massimi a Las Vegas, nel 1965. Ma sono serviti tanti soldi anche per aggiudicarsi un pezzo pregiato dell’hockey su ghiaccio: 1,2 milioni di dollari per la maglia del canadese Paul Handerson, che segnò la rete decisiva a 34 secondi dalla fine della partita contro l’Unione Sovietica nel 1972, il gol del secolo nella resa dei conti tra i due colossi mondiali.