Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  giugno 15 Lunedì calendario

Biografia di Paolo Massari

Studente bocconiano nella Milano anni Ottanta, giornalista professionista e politico di centrodestra. Prima con Forza Italia e poi con il Pdl, fino alla poltrona di assessore all’Ambiente nella giunta meneghina guidata da Letizia Moratti. Paolo Massari, 54 anni, è un personaggio molto noto in città proprio per le sue molteplici relazioni negli ambienti dei media e di Palazzo Marino. I suoi esordi in politica risalgono a oltre vent’anni fa nelle fila di Forza Italia come consigliere comunale, durante il mandato da sindaco di Gabriele Albertini. Ma c’è anche un «prima» da liceale: i vecchi compagni del Parini lo ricordano in sella a una moto Zundapp, scarpe Timberland e giubbotto Moncler a completare il look da perfetto paninaro. Nella sezione C del liceo della borghesia milanese, la prima scintilla politica come referente di Libertà Futura, i giovani liberali di allora. 

Dopo la laurea in economia in Bocconi e l’esame da giornalista, Paolo Massari comincia la sua carriera al Giornale di Indro Montanelli e, nel corso degli anni 90, lavora al settimanale Panorama e in seguito al Sole 24 Ore. Dopo la carta stampata, è il momento del piccolo schermo: approda sulle reti Mediaset in trasmissioni fra politica e intrattenimento come «Parlamento In» e «Secondo Voi», diventando un volto noto delle televisioni di Silvio Berlusconi. Ma resta la passione per la politica maturata già da ragazzo e, in parallelo alla professione giornalistica, siede nel Consiglio comunale per Forza Italia per poi convogliare nel nuovo PdL. La popolarità fra i milanesi gli viene per le sue numerose crociate contro le zanzare: già nel 1998, consigliere 32enne, si dichiara in prima linea sul fronte delle disinfestazioni e comunica ai cittadini il suo telefono per consigli e segnalazioni; nel ’99 propone di eliminare i pesticidi nell’aria per sterminare invece le larve alle radici degli alberi, chiedendo anche la collaborazione attiva dei residenti nei condomini. Si arriva al 2001 per un altro incarico (in quel periodo Massari è vicepresidente del gruppo locale di Forza Italia) come presidente della Commissione Pari opportunità del Comune. «Siamo alla farsa: è stato fatto presidente un uomo e per giunta poco qualificato» dichiararono allora Milly Moratti e la pidiessina Marilena Adamo, poi senatrice pd. Dieci anni più tardi, siamo nel novembre 2009, Massari passa dalla Commissione Scuola alla carica di assessore all’Ambiente per Letizia Moratti: si mette subito al lavoro mettendo a punto sanzioni e investimenti per la prevenzione e le bonifiche che gli fanno guadagnare la fama di neoassessore «antizanzare». 
Dopo molti anni in Consiglio e nelle Commissioni, la nomina ad assessore in sostituzione di Edoardo Croci, padre dell’Ecopass, segna (apparentemente) l’ingresso di Massari nel «big game» della politica cittadina. Ma conserva l’incarico solo per sette mesi, fino al giugno 2010, quando si dimette su sollecitazione del sindaco. Al centro della vicenda, le molestie nei confronti di un’impiegata comunale (non ancora a contratto) e di una funzionaria del Consolato norvegese durante una cena ufficiale; al tempo nessuna delle parti offese presentò querela. Vennero invece recapitate due lettere al sindaco (che ricostruivano le pesanti avance) firmate dal console norvegese e dalla madre dell’impiegata; Massari si dichiarò sempre innocente pur dimettendosi: «Non sono un molestatore sessuale», disse in una conferenza stampa da lui convocata nel giugno di dieci anni fa. Spente le polemiche, sperò in seguito di rientrare a Palazzo Marino, ma senza successo. Chiusa la carriera politica, il ritorno negli studi di Mediaset. Fino ai fatti di sabato sera.