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 2020  giugno 14 Domenica calendario

La vita da ragazzo di Federico II

Palermo, inizi del 1200. Un crocevia di conquiste e di vie commerciali, un melting pot unico dalle colonne d’Ercole fino alle terre di Babilonia. È nei vicoli della grande città, un tempo araba e ora normanna, che si aggira un ragazzino biondo di dodici anni. Scorrazza con due coetanei, protetto da un prode cavaliere, e inseguito da sicari. Rischia di perdere la corona che ha sulla testa da diversi anni, pur in via formale. 
È Federico Ruggero Hohenstaufen, destinato a diventare Imperatore del Sacro Romano Impero con il nome di Federico II, ma in quel momento “solo” re di Sicilia, titolo ereditato dalla madre Costanza d’Altavilla (era lei la “siciliana” dei due genitori, ovviamente) a quattro anni. Inizia la reggenza, e con essa gli intrighi, giocati tra il papato di Innocenzo III e i vari potentati cortigiani. La storia andrà nel verso di Federico, la cui traccia è in ogni testo di scuola. Ma c’è un’altra storia, quella di un ragazzo a Palermo, appunto, che sfugge ad agguati e si mette sulle tracce di un misterioso tesoro custodito a Bent-el-Rhià, l’isola del vento, oggi da tutti conosciuta come Pantelleria. Narrata in Federico. L’avventura di un re (San Paolo), un agile romanzo storico per ragazzi di Marzio Bartoloni, giornalista del Sole 24 Ore, qui alla sua prima e ben riuscita esperienza di scrittore.
Il libro ci guida su due livelli, che si intrecciano. Una narrazione sceneggiata di fatti storici che inquadrano il contesto, e un piano sequenza di Federico, assieme a Mounsif e Fatima, che rincorrono il loro destino, fino alla battaglia finale. Un io narrante incalzante, di un giovane re-ragazzo che ha imparato a crescere veloce. Il tutto dentro l’atmosfera magica di una Palermo moresca, ricca di quelle bellezze tramandate dalla civiltà araba che pure i rozzi normanni avevano valorizzato, affidando agli artigiani d’Oriente le decorazioni della corte con i tasselli colorati rappresentanti le immagini della Bibbia. 
Un fermo immagine – uno dei tanti che via via si incrociano nel libro di Bartoloni – che innerva l’esperienza giovanile di Federico. Nella sua vita promuoverà l’incontro tra culture e modernizzerà l’amministrazione, senza paura di andare contro il potere forte dell’epoca, il Papa, tanto da beccarsi due scomuniche. Una vita che segna un’era intera, ma che inizia come un incidente, sotto una tenda piantata in fretta in una mattina gelida del 1194 a Jesi, un parto che ha del miracoloso sotto gli occhi di una popolazione incredula e dubbiosa. Tutto fuorché da futuro imperatore.
Poco o nulla si sa degli anni di Palermo, ma non è campata in aria l’ipotesi che abbia vissuto un po’ da poverello tra i vicoli di una città di minareti e campanili di cui la mamma Costanza era stata fino a poco prima regina. Da lì nasce la storia narrata in Federico, di un ragazzetto con un cognome lungo e germanico che cresce con la curiosità e l’amore per la cultura dei popoli del Mediterraneo.