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 2020  giugno 13 Sabato calendario

Orsi & Tori

Lettera a due nipoti di 9 anni
Cara Sofia, Caro Paolo A.,
Tu, Sofia, ti chiami così perché il tuo Papi Luca scelse di laurearsi in filosofia e questa parola, che viene dal greco e scomposta vuol dire amore (filo) per la sapienza (sofia), è un nome bello, condiviso dalla tua Mamy Federica; è un nome importante, e tu lo stai onorando.
Tu, Paolo A., ti chiami così perché la Mamma Beatrice e il tuo Daddy Raul decisero per la tradizione dei nomi dei nonni e A. sta per Augusto, anche se i tuoi compagni di scuola ti chiamano semplicemente Paolo.
Fra dieci anni, alla fine della nuova decade inaugurata in questo 2020, sarete più che maggiorenni e la vostra scuola sarà l’università. I prossimi dieci anni e ancor più quelli dopo saranno completamente diversi da quelli che hanno vissuto i vostri nonni e anche i vostri genitori. Ma per voi sarà un cambiamento naturale, perché a determinarlo sarà la continua evoluzione del digitale che già vivete nella maniera più spontanea, come parte di voi stessi.
Tu Paolo A., oltre a costruire con gli 800 (o 8 mila?) pezzi di Lego l’Empire State Building di New York o Buckingham Palace, sei appassionato di tedesco: forse hai già capito chi comanda in Europa.
Tu, Sofia, fai dei disegni bellissimi e il tuo Papi pensa che tu abbia ereditato questa vena pittorica dall’antenato e macchiaiolo Ruggero Panerai, nato nell’800.
Tutti e due, Sofia e Paolo, manovrate lo smartphone e il tablet come posso fare io con il volante dell’automobile. Tutti e due vi trasformate con il digitale in leoni, fate, rinoceronti, in asini e cavalli, e contemporaneamente scattate, con i vostri amici e amiche, le foto, che poi ritoccate e cambiate nei colori e nei contorni...
Certo, anche per voi il lockdown ha determinato un’accelerazione della pratica sempre più naturale dei collegamenti digitali. Ma a nessuno dei due è piaciuta la lontananza dagli amici e dalle amiche, dai compagni di scuola e anche dai vostri insegnanti.
Tuttavia, ogni mattina avete studiato, attraverso il segnale Wi-fi che porta a voi le immagini di insegnanti e professori e a loro la vostra immagine e la vostra voce. Meno male che tutti e due siete affezionati ai vostri cagnolini, che mai in questi quattro mesi e mezzo hanno avuto tante vostre carezze e voi le loro dolci leccatine.
Ma che mondo sarà per voi, quando dovrete entrare nel tempo del lavoro e prima ancora dello studio liceale e universitario? Che Italia e che mondo saranno? Che democrazia, cioè che regole di comportamento, che rispetto delle regole ci saranno? Come sarà la politica? Come sarà il lavoro e quanti potranno averlo e quanti rimarranno emarginati? Senza parlare di come sarà il pianeta Terra e come si potrà andare su Marte?
Qualcuno pensa che basti convocare gli Stati generali dell’economia per programmare il futuro e lo fa non come uno studio da preparare per poi discuterne i risultati e scegliere. Tanto per farvi capire meglio in pochi giorni, in una delle più belle ville di Roma, dimora di rappresentanza del presidente del Consiglio, cioè l’equivalente per l’intera Italia del direttore della vostra scuola, si dovrebbe poter capire come sarà il futuro e quindi quale potrà essere l’Italia nella quale diventerete adulti.
Sarebbe come se i vostri insegnanti si riunissero per qualche giorno nella vostra scuola per decidere come insegnarvi le varie materie. Ma se prima gli insegnanti non avessero studiato e sapessero fare gli insegnanti, come potrebbero trasmettervi il sapere e dare un indirizzo alla vostra crescita?
Il governo, cioè coloro che decidono anche come dovete essere istruiti e da chi, composto dai ministri che danno l’indirizzo per tutte le attività dell’Italia, compresa la scuola, avevano deciso poche settimane fa di mettere insieme alcuni esperti, cioè persone che hanno studiato nei vari settori e quindi ci capiscono nel loro campo come tu, Paolo, sai montare Lego complicatissimi e tu, Sofia, sai dipingere, e gli hanno chiesto di fare un lungo report con la ricetta (come fare la pizza) per poter migliorare la vita degli italiani, come salvare i posti di lavoro, dopo che quel virus chiamato Covid-19 è passato dai pipistrelli agli essere umani, facendoli ammalare e non pochi morire.
Questo passaggio dai pipistrelli agli esseri umani si chiama spill-over. Nella storia ci sono stati vari spill-over: dalla peste di cui imparerete molto quando studierete I Promessi Sposi scritti da Alessandro Manzoni, uno dei più grandi scrittori italiani, alla Spagnola, un’infezione che colpì l’Europa e non solo un secolo (100 anni) fa. Insomma, cose più gravi di un’influenza con tosse e febbre che talvolta, specialmente d’inverno, vi ha impedito di andare a scuola.
Per scoprire quali medicine fanno bene per sconfiggere il virus (una sorta di animaletto microscopico che invece del mal di pancia fa venire dolori e guai assai più forti) sono al lavoro migliaia di scienziati in tutto il mondo. Su molti fatti non sono d’accordo: per fortuna vostra sono d’accordo, e non discutono in continuazione, sul fatto che il virus rispetta sostanzialmente i bambini, cioè non li aggredisce come aggredisce i grandi. Ma nonostante ciò è prudente, per alcuni, che anche i bambini come voi, quando riprenderà la scuola in classe non davanti al tablet o al computer, portino la mascherina e stiano uno abbastanza lontano dall’altro. Ecco che però su questo punto ricominciano le discussioni.
Ma le discussioni, anche vivaci per non dire durissime, riguardano l’economia, perché il virus facendo stare quasi tutti a casa ha fatto cessare o ridurre la produzione di tanti settori; ha fatto chiudere i ristoranti, i cinema, i teatri...; ha fatto crescere enormemente il numero delle persone che lavorano da casa, attraverso il computer, come voi avete fatto scuola da casa.
E l’economia è come una macchina, un auto: senza benzina o elettricità si ferma. Ma se un’auto si ferma? Poco male, si può andare a piedi. Mentre se si fermano le fabbriche che costruiscono le automobili, si crea il grande problema che le persone che lavorano alla costruzione delle automobili restano senza lavoro e perdono lo stipendio o il salario, o comunque gli viene ridotto e quindi possono comprare meno cibo, meno cose per le loro famiglie. Insomma, succede una reazione a catena come se si togliessero i pezzi del Lego che tengono su l’Empire State Building: la grande costruzione cadrebbe e le varie parti si slegherebbero.
Quindi, l’aspetto molto grave portato dal virus è la cosiddetta crisi dell’economia, che crea povertà.
Le famiglie che hanno risparmiato o guadagnato più di quanto consumavano per vivere, se la possano cavare, ma molte altre famiglie più povere diventano sempre più povere. Pertanto, è molto giusto che si discuta per come far ripartire la macchina dell’economia. Ma per non fare un lavoro inutile o inefficace, bisogna ascoltare i consigli degli esperti, di chi conosce bene i vari settori, perché li ha studiati a fondo e sa come ci si deve regolare.
Per questo il governo ha ricevuto un rapporto scritto dagli esperti a cui aveva dato incarico di individuare le migliori azioni per far ripartire l’economia. Il capo di questo gruppo di esperti si chiama Vittorio Colao, che in passato ha diretto Vodafone, una delle più grandi aziende di telecomunicazioni del mondo, sia per far funzionare i telefoni cellulari sia per trasmettere le mail che per permettervi di dialogare via tablet o computer con i vostri insegnanti e i vostri amici.
Il rapporto è molto lungo e ben fatto, ma il governo ha detto che per la riunione (Stati generali dell’economia) userà solo una piccola parte dei consigli di Colao e degli esperti che hanno lavorato con lui.
Già questa scelta è bizzarra, cioè strana, perché per ogni problema è bene che a risolverlo sia una persona esperta della materia. Faresti mai costruire una casa a chi non è architetto o ingegnere? Oppure avresti dato l’incarico di progettare il Ponte di Genova che era crollato a chi non sapeva disegnarlo bello come una nave come ha fatto Renzo Piano (lo stesso che ha fatto la cantina di Rocca che conoscete) o a chi non sa come si costruiscono ponti e case, cioè gli ingegneri?
Ma ciò che è più strano, sicuramente anche ai vostri occhi di bambini, ma con già molta esperienza di uso del digitale, cioè dei telefoni cellulari, dei tablet, del modo per vedere i cartoni animati o altri programmi non più solo in televisione ma appunto sul tablet o sul telefono, nessuno del governo si è preoccupato di chiedere agli esperti come funzionerà l’economia man mano che il digitale entrerà sempre più in tutti i momenti della vostra e della nostra vita.
Sicuramente sapete che ogni essere umano può essere più o meno intelligente, cioè di capire di più e meglio tante cose. Sicuramente avrete sentito parlare dell’intelligenza artificiale, cioè di un’intelligenza che non deriva dal cervello esistente in ogni testa di un essere umano, ma da un sistema artificiale, cioè da una sorta di macchina (anche se non è proprio così) che mettendo insieme, attraverso i sistemi digitali, varie esperienze è capace di fare cose che finora potevano fare solo gli esseri umani. Scusate, avrei potuto essere più semplice se vi avessi detto che i robot si muovono e fanno cose con l’intelligenza artificiale, anzi sono essi stessi intelligenza artificiale.
I robot sono molto utili, ma hanno un difetto per così dire sociale, possono arrivare a sostituire sempre più gli esseri umani in molti lavori. C’è quindi la prospettiva che molti esseri umani perdano il lavoro man mano che l’intelligenza artificiale diventa sempre più intelligente.
Proprio per questo, chi fa previsioni sul futuro aveva messo in guardia sulla necessità di regolare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, senza naturalmente mettere in dubbio che l’intelligenza artificiale sia bloccata, perché è comunque un grande progresso. Chi fa previsione, usando tutti i dati che ogni giorno produciamo con i nostri comportamenti (anche voi li producete usando il telefono e il tablet per studiare, per giocare, per disegnare, per vedere cartoni e film), aveva previsto, prima del virus, che nell’arco di dieci anni circa un miliardo di persone nel mondo avrebbe perso il lavoro, creando grandi problemi alle famiglie, perché se si perde il lavoro non ci sono i soldi sufficienti per vivere.
Chi fa queste previsioni sono degli scienziati che elaborano i dati e si chiamano scienziati del Big data o del Data science.
Bene, il virus ha provocato un’accelerazione dell’uso del digitale e quindi dell’intelligenza artificiale o AI in sigla inglese (Artificial intelligence). Quindi l’Italia e il mondo non solo avranno persone senza lavoro per il rallentamento dell’economia provocato dal virus, ma il virus ha provocato anche un’accelerazione (come quando il papà o la mamma schiacciano di più l’acceleratore dell’auto, sì da arrivare più velocemente a casa). Ecco, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sta andando più veloce del previsto: perché più persone e per più ore al giorno usano computer, tablet e telefonini (potete anche chiamarli device, con il nome inglese) e quindi producono più dati che fanno sviluppare l’intelligenza artificiale.
Per questo ci saranno più persone che perdono il lavoro o dovranno cambiare il loro modo di lavorare. Occorrerebbe quindi, per il governo, avere sempre più consigli dagli scienziati che elaborano i dati. Invece, hanno programmato gli Stati generali dell’economia, senza coinvolgere i migliori scienziati dei dati e in particolare il più bravo di tutti, il professor Mario Rasetti (anche lui come voi ha un cane, bellissimo, Arturo, un bracco italiano, che pochi giorni fa ha mangiato un pezzo troppo grosso di formaggio parmigiano e Mario l’ha dovuto portare dal veterinario).
Allora, non per la cura di Arturo, ma per far capire, anche al governo, come si debba programmare il futuro, che riguarda soprattutto voi Carissimi Nipoti e i vostri coetanei, ma anche chi è già all’università e quindi tutte le famiglie, MF-Milano Finanza ha chiesto al professor Rasetti un lungo articolo per capire le opportunità, i problemi, i vantaggi e gli svantaggi che l’intelligenza artificiale accelerata dal virus pone all’Italia e al mondo. Forse, anzi sicuramente, è troppo presto per voi leggere tutto l’articolo di Mario, ma quando ci vedremo ve lo racconterà nel modo più semplice possibile. Forse sarebbe bene che anche il governo se lo facesse spiegare direttamente dal professor Rasetti o da altri scienziati come lui.