La Stampa, 13 giugno 2020
Boom della sanatoria per le colf
Dodicesimo giorno di regolarizzazione. E i numeri del ministero dell’Interno dicono che l’interesse degli stranieri in cerca di contratto regolare e permesso di soggiorno sta crescendo: sono state ventisettemila le domande nei primi dodici giorni, e se nella prima settimana c’era una media di 500 richieste al giorno, ora sono più di 2.000.
Si presume anche che il trend crescerà, perché nelle sanatorie del passato nelle ultime settimane s’è sempre visto un boom di richieste. Ed è comprensibile, dicono al ministero: gli interessati impiegano qualche settimana a capire il meccanismo, decidere se muoversi, trovare eventualmente i documenti.
Nel calcolo delle ventisettemila domande, peraltro, non sono comprese le richieste inoltrate all’Inps (quando il lavoratore in emersione è italiano o comunitario) oppure alle questure (quando il lavoratore presenta autonomamente l’istanza e paga i 500 euro di forfait). Al Viminale, perciò, stimano che alla fine si oscillerà tra le 100 e le 150mila domande di regolarizzazione. Il governo prevedeva la regolarizzazione di 220mila persone. Se le previsioni del ministero dell’Interno fossero confermate, sarebbe il classico bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno.
Sempre i primi numeri dicono che la stragrande maggioranza delle domande riguardano il lavoro domestico. Sono finora le famiglie che si sono mosse per mettere in regola le colf o i badanti che già lavorano in casa, ma in nero. Molto meno, anche perché la tipologia di domanda è assai più complessa, le istanze che vengono dal mondo agricolo. Già nella scorsa sanatoria, però, quella successiva alla legge Bossi-Fini, soltanto il 4,5% dei beneficiari lavorava nel settore. Ed è nota l’ostilità alla sanatoria delle organizzazioni agricole, che avrebbero preferito richiamare dall’estero la manodopera specializzata con i cosiddetti «corridoi verdi». E infatti, nel corso di audizioni alla commissione Agricoltura della Regione Lombardia, ieri, il mondo agricolo lombardo ha definito il provvedimento «del tutto ininfluente». Per di più «ci è stato riferito - sostiene il presidente Ruggero Invernizzi, Forza Italia - che quasi nessuno sarebbe disposto ad assumere tramite una piattaforma informatica, dal momento che introdurre in azienda un collaboratore è una responsabilità».
Nei ghetti dove sopravvivono tanti lavoratori stranieri dell’agricoltura si continua a morire, intanto. A Borgo Mezzanone (Foggia) un senegalese di 37 anni, di nome Bayfall, è morto nel rogo della sua baracca. E una parte della sinistra vorrebbe ora allentare le maglie della sanatoria. Laura Boldrini e altri hanno annunciato emendamenti per allargare la platea di chi potrebbe beneficiare del provvedimento, ma se la vedranno con il centrodestra, aspramente contrario, e i timori del M5S.