Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  giugno 11 Giovedì calendario

I numeri dicono che la ripartenza è frenata

Il motore dell’Italia riparte dopo il lockdown ma viaggia ancora con il freno a mano tirato e a diverse velocità. A fotografare il rimbalzino al ralenti dell’economia nazionale sono i numeri in arrivo dall’economia reale, un termometro fedele dello stato di salute del Paese: i consumi elettrici – e questo è uno dei dati più confortanti – sono in netta ripresa, anche se restano sotto del 7-8% rispetto allo scorso anno. Le imprese hanno riaperto a 360 gradi, bar e ristoranti hanno alzato le saracinesche e due giorni fa, per dire, abbiamo bruciato 864 mila megawatt (dati Terna), molti più dei 700-750mila di aprile, quando i consumi di energia erano crollati ai minimi.
Anche il traffico ha iniziato – con un po’ d’affanno – a risalire la china: sulla rete di Autostrade per l’Italia la scorsa settimana ha circolato il 30,4% di veicoli in meno dello stesso periodo del 2019. Male ma non malissimo, visto che due mesi fa le strade erano davvero vuote e il calo era dell’84,3%. Il distanziamento e lo smart working – sommati alla prudenza con cui si rimette il naso fuori di casa – condizionano ancora pesantemente il ritorno alla normalità dell’era pre-Covid. La prova? Il boom di traffico sulle reti telefoniche – figlio dell’esplosione delle video-riunioni, dello streaming e dei videogiochi – resiste anche con il “liberi tutti”: sulla rete della Tim si registra solo una lievissima flessione rispetto al +70% di utilizzo del fisso e +30% del mobile dei mesi di clausura.
Anche il carrello della spesa fatica ad adeguarsi all’uscita dalla fase più dura del coronavirus. Anzi, per ora mantiene molte delle caratteristiche e delle abitudini dei consumi da pandemia: le vendite della grande distribuzione alimentare sono salite anche in maggio attorno al 4% con pochi ingressi ai supermercati (-40% circa) ma con il valore medio della spesa salito da 25 a 45 euro. I Davide del settore – i negozi di vicinato – continuano a rubare clienti agli iper (+14% contro -9% a maggio), troppo affollati per chi teme contagi. E i prodotti che hanno fatto boom nel periodo di crisi come farina e lievito continuano a spopolare anche se con tassi di crescita ridotti. Molto peggio vanno invece le cose per le catene del settore non alimentare «dove registriamo un calo del 30-50% degli ingressi», calcola il presidente di Federdistribuzione Claudio Gradara.
Piazza Affari e la finanza sembrano per ora essersi adeguati ai ritmi prudenti dell’economia reale: l’indice Ftse-Mib è rimbalzato del 33% dal minimo del 12 marzo ma resta sotto del 23% dai massimi di febbraio, quando il coronavirus sembrava ancora confinato in Cina. L’industria, del resto, è ancora lontana anni luce dai livelli pre-Covid. I numeri delle vendite di auto parlano da soli: a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, a maggio sono state comprate in Italia 99.711 quattroruote, tantissime di più delle 4.279 di aprile quando i concessionari erano chiusi. Il bicchiere mezzo vuoto è il gap con maggio 2019 quando le vendite erano state 145 mila. Stesso discorso per il settore aereo che – come immaginavano in molti – sarà tra gli ultimi a decollare. Il timore di contagiarsi nell’aeroporto o a bordo e le frontiere chiuse tengono ancora lontani i passeggeri. A Fiumicino il 9 giugno ne sono passati poco meno di 10 mila. Quasi il doppio di aprile, dicono gli ottimisti, meno di un decimo dello stesso giorno del 2019, a guardare le cose con realismo.
Più veloci di auto e aerei vanno invece le biciclette che in questa primavera stanno conoscendo una nuova giovinezza: la voglia di mobilità dolce e gli incentivi hanno fatto esplodere le vendite a maggio (più 60% sul 2019) e molti produttori, spiazzati, hanno i magazzini vuoti. Unico neo per i novelli ciclisti: l’aria pulita dei mesi scorsi, con auto e industria fermi, è già un ricordo. I livelli di polveri sottili hanno già iniziato a ricrescere su tutta la penisola. E almeno di questa ripresa, onestamente, si sarebbe fatto volentieri a meno.