La Stampa, 10 giugno 2020
Come ricreare l’acustica di Notre-Dame?
L’acustica di Notre-Dame era un vanto per i musicisti che si esibivano all’interno della cattedrale. Ma l’incendio (i buchi nelle volte e lo stress imposto dal calore alla pietra e agli altri materiali con cui l’edificio è stato costruito) l’hanno stravolta. Come recuperarla? Musicologa e ricercatrice dell’Institut des Sciences de l’Homme (Ish) di Lione, Mylène Pardoen è una specialista di «archeologia del paesaggio sonoro». Normale che sia stata chiamata a occuparsi di Notre-Dame. «L’acustica di una cattedrale – osserva – dipende dai materiali di costruzione: la pietra, ad esempio, non suona come il legno. E poi dall’architettura, dagli elementi interni, non solo i mobili ma anche scalini o pilastri. E perfino dal tessuto urbano circostante: nel caso di Notre-Dame è cambiato nel tempo, il sagrato era più piccolo». La Pardoen dirige un gruppo di ricercatori tra cui Brian Katz, ingegnere acustico, che (fortunatamente) aveva effettuato a Notre-Dame un rilievo dei suoni nel 2013. «Il nostro obiettivo è riavvicinarsi proprio all’acustica di quell’anno: chi suona l’organo, che è in buono stato, è abituato a quella e anche i cori e le orchestre – continua la ricercatrice -. Diamo consigli ai restauratori sul tipo di pietre e rivestimenti da utilizzare. In parallelo faremo un viaggio nel tempo: sulla base delle variazioni degli elementi da cui dipende l’acustica, ricostruiremo quella di diversi momenti storici con dei modelli virtuali».