ItaliaOggi, 10 giugno 2020
Hotel tedesco vietato ai ciccioni
Hotel vietato ai ciccioni. Un caso per i fanatici del politically correct, ma il legislatore si è dimenticato di questa particolare discriminazione. A Berlino, la giunta rosso-rosso-verde, tra socialdemcratici, postcomunisti e ecologisti, ha approvato la legge antidiscriminazione, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana. Chi viene arrestato potrà sostenere che l’agente ce l’aveva con lui per il colore della pelle, la religione, la nazionalitá o i gusti sessuali, e denunciarlo senza prove. Una norma anticostituzionale perché toccherebbe al denunciato provare la sua innocenza. Ma si sono dimenticati altri motivi: il peso e l’età.
La proprietaria di un albergo sul Mare del Nord ha scatenato le proteste nazionali perché nella pubblicità avverte di non volere clienti che superano i 130 chili. Subito denunciata, ma a quanto avvertono i giuristi, avrebbe ragione lei. Non può rifiutare un cliente che non sia ariano, o che sia buddista o maomettano, o perché non le piacciono gli italiani, ma ha il diritto di preferire ospiti snelli.
Il Beachhotel Sahlensburg, a Cuxhaven, sul Wattenmeer, cioè quel tratto di costa largo anche chilometri che viene coperto e scoperto dalle maree, è un designhotel, non adatto a chi è sovrapeso, ha spiegato la proprietaria Angelika Harjesheimer. «Mi piacciono i mobili moderni e eleganti, si difende, e non quelli brutali in quercia».
Le sedie per la colazione sono fragili. Un ospite dai chili in eccesso ha sfasciato il letto, le ha fatto causa, e Frau Angelika ha dovuto giungere a un compromesso e risarcirlo. Altri clienti trovano che le docce siano troppo anguste. E la signora ha concluso: «La mia clientela ha buon gusto, e la vista di ciccioni non è gradevole». Almeno per il momento, ha il diritto di esprimere un giudizio estetico.
Finita l’emergenza, riaprono gli alberghi, e si riprende a girare telefilm. Das Erste, il primo canale pubblico, ha avvertito i produttori della serie In aller Freundschaft- die jungen Ärtze, in tutta amicizia, i giovani medici, di non scritturare attori sopra i sessant’anni. Gli anziani, ma a 60 anni in Germania non si va in pensione, sono particolarmente esposti al coronavirus e le misure di sicurezza dovrebbero essere più severe e più costose. I responsabili di Das Erste hanno subito smentito, ma la raccomandazione a quanto pare era a voce e non scritta.
Il mio incubo in aereo è di trovarmi stretto tra due passeggeri che esondano dai loro sedili. Una volta che in fila al check-in mi trovai dietro un signore ben oltre il quintale, rivolsi alla ragazza al bancone uno sguardo supplichevole. Lei intuì, e mi sistemò in una fila lontana da chi mi precedeva. Poi, sottovoce mi spiegò: se vuole evitare sorprese, scelga sempre un posto sul corridoio. Chi ha problemi di spazio non vuole sedere al centro o al finestrino. Se sceglie lei il «C» o il «D» loro siederanno altrove. Ai primi tempi dell’aviazione civile i passeggeri al momento dell’imbarco venivano pesati insieme con i bagagli. E, nel caso, pagavano un supplemento.
Nei Kurhotel, gli alberghi dove ci si rimette in forma, ci sono sale da pranzo separate per chi segue una dieta e chi vuole abbuffarsi a volontà. Così non si mette in tentazione quanti si nutrono di verdure bollite e devono rifiutare il dessert. Non andrò al Beachhotel di Frau Angelika, anche se mi piace osservare le maree. I ciccioni non offendono il mio senso estetico, ma non sopporto lo stile degli architetti di interni tedeschi. I loro mobili sono troppo strambi e scomodi.