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 2020  giugno 09 Martedì calendario

Periscopio

La burocrazia, da noi, è una massa gelatinosa che taglia le gambe ai volonterosi. Renato Farina. Libero.
Quando, dopo le elezioni del 1948, Leo Longanesi sentì passato il pericolo che gli assassini prendessero direttamente il potere, la sua casa editrice puntò sulla restituzione ai vinti delle loro ragioni e della loro dignità. Piero Buscaroli, Una nazione in coma. Minerva edizioni, 2018.
Il notaio si chiama Angelo Maria Brufani, Bubi per gli amici: naso a becco d’aquila e un gran mento, faccia quadrata, capelli corti e brizzolati, ex rugbista, sempre in ghingheri, tonico. Cocainomane. Moralità da satanista. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.
Il problema del «sovranismo», a partire da quello italiano, non è tanto la pericolosità dei suoi assunti, quanto la vaghezza dei suoi obiettivi politici. Alessandro Campi. Il Messaggero.
Personalmente ho fatto esperienza di quanto si paghi, soprattutto nella chiesa, l’essere persone che parlano con parresia, con franchezza. Si dà fastidio a quelli che non prendono mai posizione, ai vili e agli ignavi, a quanti sono abituati a rinnegare se stessi ben prima di rinnegare gli altri. Enzo Bianchi, fondatore e primo priore della Comunità di Bose (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Meno male che siamo stati così bravi, in occasione della manifestazione del centrodestra del 3 giugno a Milano, da invitare la gente a non venire. È la prima volta in vita mia che mi capita di organizzare una manifestazione dicendo ai militanti di astenersi dal presentarsi. E siamo stati bravi pure a indossare tutti, al 99,99%, le mascherine. Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d’Italia (Paolo di Caro). Corsera.
Come evocata, appare in studio Elena Gregori, compagna di Philippe Daverio dal 1972 e madre di Sebastiano, il loro virgulto, oggi venticinquenne. La simpatia è una dote di famiglia e anche lei è ospitale come Philippe. Dopo avergli ricordato le telefonate che deve fare, approfitta per riordinare lo scrittoio ridotto un guazzabuglio di mozziconi e carte. «Ogni tanto bisogna derattizzare», dice e ci lascia con un sorriso all’intervista. Giancarlo Perna. Libero.
I leader del ’68 americani, da economisti, inizieranno come ferventi seguaci di Marx e di Sraffa, ma finiranno ben presto per essere conniventi con le più banali formulette del mercato da loro definito come autoregolato. E si potrebbe proseguire nella lista dei rinnegamenti. Hanno rovinato qualunque promessa dell’Occidente: hanno indotto infine la peggiore carestia, quella morale. Geminello Alvi, Il capitalismo. Marsilio, 2011.
La Rai non ha futuro. L’orologio dell’informazione nel servizio pubblico si è fermato alla fine del Novecento. La tv generalista ha perso un milione e mezzo di spettatori negli ultimi due anni. I nostri tg, che pure hanno uno share elevatissimo, intorno al 50%, dal 2011 scendono a tutte le ore tra l’1 e il 4%, con l’eccezione del Tg1. Sul fronte digitale, una tragedia: si è arrivati a 250 siti variamente riconducibili al marchio Rai, che non è una ricchezza, visti i risibili numeri totali, ma una dissipazione. Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.
Naturalmente non si tratta qui di «cultura», nel senso di conoscenze, ma nel senso di una certa finezza di comprensione della vita. Senza riprendere per forza la frase degli appassionati della Germania di un tempo: «A eccezione degli ebrei e degli aristocratici, i tedeschi sono grossolani». D’altra parte ritengo che molti siano d’accordo nel ritenere che il tedesco medio ha meno finezza di un italiano medio. Brigitte Sauzay, Le vertige allemand, La vertigine tedesca. Olivier Orban, 1985.
I posti da vedere a Milano sono il Cenacolo e via Boccaccio 27 dove abitava mia zia. A metà degli anni 60, due volte a settimana, ero a pranzo da lei: irresistibili risotto e ossobuco e il filetto al burro. Il luogo del cuore, sempre a Milano, è invece via Washington, dove vivo. C’è un’aria paesana. Il mio nipotino si ritrova al giardino con gli altri ragazzini della scuola: crescono insieme, si confrontano, si sporcano, è vita. Mara Maionchi, produttrice televisiva e talent scout. Vivi Milano.
Per obbligare i sudditi a credere nelle idee e istituzioni di coloro che sono al potere, sono stati applicati nella storia più recente due metodi. Quello hitleriano, con la soppressione fisica di chi è diverso ed è ritenuto, per natura, incapace di cambiare, ossia di diventare uguale. Il razzismo infatti consiste proprio in questa convinzione: il diverso (ebreo, zingaro, omosessuale) è immodificabile. Per questo non si può far altro che eliminarlo. L’altro modo è quello dell’impero sovietico: obbligare, sempre pena l’annientamento, l’attività encefalica a «pensare» quello che pensa il Potere. Siccome i valori della specie umana non sono quelli della sopravvivenza biologica (ma bensì la produzione del pensiero, delle arti, della filosofia, della scienza) allora difendere un patrimonio creativo non significa detestare gli altri o sentirsi superiori. Ida Magli e Giordano Bruno Guerri, Per una rivoluzione italiana. Bompiani, 2017 (prima edizione 2001).
Ma era vita questa? Io dicevo fra me: non ce la faccio più. Voglio andare in un posto dove i morti non si conoscono, dove i carri funebri passano veloci per le strade come i tram, gli autobus e le altre macchine. Dove le esequie fanno solo il giro dell’isolato. Ad Amalfi invece la morte è spettacolo. Lo prova il ricordo di ciò che avvenne quando morì di tubercolosi un grande galantuomo, il notaio S. Una figlia, malata anche lei dello stesso male di cui morì due mesi dopo, che urlava dalla finestra. Gaetano Afeltra, Desiderare la donna d’altri. Bompiani, 1985.
L’avventura di scrittore di Francisco Gonzales Ledesma era iniziata nel 1948 con la benedizione di sua maestà Somerset Maugham, che gli assegnò un premio per il romanzo di esordio Sombras Viejas (Vecchie ombre). E con la maledizione del franchismo che ne proibì la pubblicazione, bollandolo come autore rojo y pornògrafo, comunista e sporcaccione: «Raccontavo i conflitti sociali degli anni 30. In una scena, un ragazzo posava la mano sul ginocchio della fidanzata». «Dal tono della descrizione si intuisce che quella mano risalirà lungo la gamba», decretarono i censori. Marco Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza, 2017.
Non aveva ancora imparato, in tanti anni, che per la festa del Thanksgiving Day si mangia il tacchino arrosto, non il cappone lesso. Guido Morselli, Il comunista. Bompiani, 1976.
Vorrei essere migliore di me stesso, però solo fino a un certo punto. Roberto Gervaso. il Giornale.