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 2020  giugno 08 Lunedì calendario

L’Amleto recitato da una donna

A teatro il “cross-gender acting”, il recitare trascurando i vincoli di genere, fa pensare al fenomeno di Federica Rosellini, 30 anni, trevigiana, corpo filiforme e androgino. Prenotata da tempo da Antonio Latella per impersonare Amleto di Shakespeare al Piccolo Teatro di Milano, con debutto che causa Covid è slittato in stagione, e coinvolta in uno dei due ruoli maschili di Nella solitudine dei campi di cotone di Bernard-Marie Koltès, faccia a faccia con l’altrettanto quotato Lino Musella, regia di Andrea De Rosa, spettacolo della compagnia Orsini che il Napoli Teatro Festival annuncia il 6 luglio a Palazzo Reale. «Niente di casuale. Anni fa sono stata la creatura in transizione di Testo tossico di Paul B. Preciado, donna che assume testosterone per identificarsi in un amico scomparso – spiega l’attrice – e poi ho avuto l’opportunità d’identificarmi in Dioniso, fluido ermafrodita nelle Baccanti di Euripide, diretta già lì da De Rosa, con Penteo che era l’imperscrutabile Lino Musella, di cui sarò di nuovo partner».
Ex Ifigenia in Santa Estasi con Latella, poi Antigone con Tiezzi, e infine Margherita di Bulgakov con Baracco, l’attrice ora vivrà una prima edizione mondiale non più tutta al maschile di Solitudine dei campi di cotone di Koltès calandosi nella parte del Dealer, del venditore, ruolo che l’autore aveva previsto per un uomo, un nero, reso bianco da Chéreau. «Io qui ci metto la mia carriera d’attrice e d’attore, senza travestirmi, con la duplicità della mia natura, il discutere e lo smarrirsi per una merce ambigua tra una donna bifronte e un uomo altrettanto carnale ma diverso. È un affascinante labirinto di sensi, luce, buio, filosofie e ricerche». Una storia, con la traduzione di Anna Barbera, che figura nel primo dei tre bei volumi antologici di Arcadiateatro sulle opere di Koltès, anche alludente a una ripresa del teatro. «A norma di distanze, in uno spazio che analizza le voglie e, concetto caro al regista, le perdite».
In attesa del debutto, l’Amleto di Federica ha precedenti femminili da Sarah Bernhardt a Angela Winkler. «Latella voleva un’attrice per non creare aspettative, per non ridurre un personaggio immenso a un canone unico. Io manterrò il mio fisico, in sintonia con lo Spettro reso da Anna Coppola. Desinenze di uomo in corpi di donna. È la parola che conta».