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 2020  giugno 08 Lunedì calendario

Brueckner, il mostro che si aggira per l’Europa

Un mostro si aggira per l’Europa. È quello che pensano sei procure che indagano su misteriosi sparizioni ed efferati omicidi avvenuti nell’ultimo quarto di secolo tra Portogallo, Belgio e Germania. Gli indizi convergono tutti su un sospetto, un tedesco che sta scontando una pena per spaccio a Kiel, nel nord della Germania: Christian Brueckner. Sul 43enne pende anche un’altra condanna a sette anni per aver stuprato e picchiato brutalmente in Algarve, tredici anni fa, un’americana 72enne. Ma la sentenza è sospesa: il condannato contesta le modalità di estradizione dal Portogallo.
Adesso ci sono nuovi, terribili sospetti che si stanno addensando su di lui. Anche se mancano ancora le prove decisive che abbia fatto sparire tre bimbi e un’adolescente tra il 1996 e il 2015. Certo è che quando sono stati inghiottiti dal nulla, il 43enne, che ha collezionato 17 condanne per i reati più disparati – i più gravi dei quali legati alla pedofilia – era sempre nei paraggi.
Giorni fa la prima svolta nei “cold cases” che sembravano ormai arenati su un binario morto. Gli inquirenti della Procura federale tedesca e quella di Braunschweig rivelano, dopo anni di indagini con Scotland Yard e gli inquirenti portoghesi, che il pregiudicato 43enne potrebbe essere collegato alla scomparsa di Maddie McCann, la bambina britannica treenne svanita nel nulla una notte di maggio del 2007 a Praia da Luz. Secondo una sua ex impiegata un giorno avrebbe gridato che «la bambina è morta, e va bene così».
Soprattutto: Brueckner viveva lì. E viveva già lì undici anni prima, quando un altro bambino era stato inghiottito dal nulla una sera d’estate, ad appena 40 chilometri da Praia da Luz. René Hasee scomparve nel 1996 mentre faceva una passeggiata su una spiaggia con la madre Anita e il suo compagno. Venerdì la Procura di Colonia ha chiamato i genitori per avvisarli che dopo 24 anni le indagini sono riprese. E che il principale indiziato è Brueckner.
Ma tra Maddie e René, un’altra notizia ha sconvolto la Germania in questi giorni. Dopo le rivelazioni sulla bimba inglese, la procura di Stendal, in Sassonia-Anhalt, ha riaperto il caso di Inga Gehricke, la “Maddie tedesca”, come l’hanno ribattezzata i media tedeschi. Nel 2015 la piccola Inga è con i genitori a una festa. I genitori vogliono organizzare il barbecue: Inga va a cercare la legna nel bosco. Si infila tra gli alberi insieme ad altri bambini; non tornerà mai più.
In quel periodo Brueckner abita nella stessa regione, a qualche decina di chilometri. Qualche mese dopo la sparizione di Inga, la polizia perquisisce persino la vecchia fabbrica dismessa dove il pedofilo vive in un camper. Trova, accanto delle ossa sepolte di un cane, una pennetta per il computer con materiale pedopornografico agghiacciante. Ci sono abusi su bimbi piccolissimi. Nella proprietà gli agenti trovano persino dei vestiti da bambina. E per il giorno della sparizione di Inga, l’allora 39enne non ha un alibi. Eppure, le indagini si fermano lì.
Anche una sesta procura, quella della città belga di Bruges, ha fatto sapere che sospetta d i Brueckner per il caso di Carola Titze, una tedesca sedicenne uccisa brutalmente a luglio del 1996 – un mese dopo la scomparsa di René Hasee – sulla costa delle Fiandre. La ragazza non era tornata da una passeggiata sulla spiaggia ed era stata ritrovata sei giorni dopo tra le dune. La polizia trovò il suo corpo orribilmente mutilato e concentrò le ricerche su un tedesco che secondo testimoni era stato visto in una discoteca insieme a Carola. L’uomo ritratto nelle foto segnaletiche di allora, somiglierebbe a Brueckner.
Sul super sospetto, intanto, stanno emergendo dettagli di una biografia spezzata. Nasce a dicembre del 1976 a Wuerzburg come Christian Fischer e viene affidato a un istituto, poi alla famiglia Brueckner. I genitori adottivi lo maltrattano e Christian torna in un istituto per adolescenti difficili. Finisce la scuola, comincia l’apprendistato da meccanico e nel 1993, a diciassette anni, si tira giù i pantaloni davanti a una bimba di sei. Ripete il gesto qualche mese dopo con una bambina di nove. Finisce davanti a un giudice che gli infligge una condanna di due anni. Prima di scontare la pena, Brueckner fugge con la sua compagna di allora in Algarve. Da lì si perdono le sue tracce. Che forse nascondono una lunga scia di sangue.