La Stampa, 8 giugno 2020
Dove può arrivare il rialzo dell’oro?
Il prezzo dell’oro ha registrato un notevole rimbalzo negli ultimi due mesi, passando dai minimi di circa 1.460 dollari l’oncia di marzo ai massimi di quasi 1.765 di fine maggio. Inizialmente, a marzo, nonostante lo scenario di forte incertezza causato dall’emergenza sanitaria, l’oro è stato venduto a piene mani sui mercati. A cedere il metallo giallo erano i fondi che vendevano per fornire un margine alle posizioni azionarie in difficoltà. Ora, il rally innescato dal metallo giallo da marzo riflette una serie di incertezze sui mercati. «Di sicuro ilmetallo prezioso manterrà la propria funzione di rifugio» dice Volker Schmidt, Senior Portfolio Manager in Ethenea Independent Investors.
I timori che la recessione possa essere più profonda del previsto, le paure su nuovi focolai nell’emergenza Covid e le rinnovate dispute tra Usa e Cina, hanno riacceso la corsa. A spingere verso questo movimento è anche il basso livello dei tassi d’interesse. C’è poi il timore che le politiche monetarie possano in qualche modo deragliare nel proprio percorso. Le previsioni di molti analisti sono di una nuova fiammata per il metallo prezioso. Per Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée (UBP), quota 3.000 dollari non è da escludere. Se gli Stati Uniti e il Regno Unito si orienteranno verso tassi di deposito negativi, l’interesse degli investitori retail per il metallo giallo aumenterà in modo sostanziale. «Crediamo che il metallo giallo offra un’ottima protezione per i portafogli – dice l’esperto -. Se le Banche centrali si muovono verso una lenta, ma implicita, forma di monetizzazione del debito, questo porterà a un costante aumento del prezzo dell’oro. Tuttavia, se le Banche centrali saranno costrette a ricorrere all’helicopter money, ciò si tradurrà in incrementi enormi. Non è impossibile prevedere una situazione in cui prezzi si muovano lungo una parabola a livelli di circa 3.000 dollari l’oncia».