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 2020  giugno 06 Sabato calendario

Il labirinto della Salute

Le mie liste: visite perdute causa il si sa. Da recuperare: audiologo, oculista, ortopedico, veterinario gatto. Visite da prenotare sperando sonnolenza del si sa: cardiologo pacemaker, chiunque si occupi di ginocchia, dentista, chirurgo dermatologo, podologo. La mia amica Anna, la beniamina dei pronto soccorso milanesi, da lei frequentati come il bar sotto casa, ha rinunciato per tre mesi e ora sta benissimo e non sa se rimettersi in pista; la mia amica Rachele avrebbe la sua lista ma ancora non ha iniziato a occuparsene; la mia amica Paola in piena emergenza è stata operata all’anca e recupera velocemente. Noi signore ce la siamo per ora sfangata non dando mai retta ai Burioni e ai Zangrillo, ai Pappalardo e Montagnier, a tutti gli altri facinorosi negromanti e capipopolo della pandemia, in lotta o combutta tra loro, ma semplicemente ubbidendo ai traballanti ordini governativi, stai in casa, disinfèttati, metti la mascherina e i guanti, tieni lontani tutti, facilitate dal non avere da decenni non si dice amanti ma neppure solerti e abituali baciatori di guance. Si stava giusto per riprendere a telefonare ai vari specialisti per aggiudicarsi mesi di fastidi agli stessi, quando abbiamo appreso e proprio da uno dei tanti scoop di questo amabile e amato giornale, che ben altre mortali vicissitudini ci aspettano, e non serviranno le banali difese dietro cui abbiamo sonnecchiato sinora, anzi.
Perché proprio l’imperio del coronavirus che ha schiavizzato il sistema sanitario concentrandolo su di sé, “farà più morti dell’epidemia!”, come spiegano gli esperti del malaugurio, che come si sa sono i soli a cui si crede. Non è che noi semplici sciocchine dal carattere buontempone e smemorato avessimo immaginato che obbligati a saltare controlli essenziali, le patologie si mettessero in pausa, in attesa di tempi migliori (per loro). E i contagiati, e i morti ovunque, non un solo angolo di mondo risparmiato, fossero un debito da pagare alla terra e che poi si sarebbe estinto e saremmo tornati più o meno sani. Ci aspettavamo altre paure, altri dolori, ma non volevamo crederci, però vedere pagine e pagine di cifre spaventose e purtroppo veritiere, che confermano le nostre intuizioni, ci hanno gettato più che nel panico, in una sorta di risentimento, di stanchezza. Una quantità infinita di scemi dice la sua, ognuno di loro saprebbe come fare, mentre chi è costretto a fare viene sempre giudicato incapace: ma lo sappiamo, tutto si è fermato perché non si poteva fare diversamente e gli ambulatori come tutte i luoghi dove le vicinanze sono pericolose hanno dovuto essere chiusi, e almeno ogni ospedale si è preso una specialità al di fuori dell’epidemia, chi i tumori, chi il cuore, chi gli incidenti stradali, una idea molto intelligente anche se limitante. Perciò mi spiace deludere chi adora le disgrazie vuoi per imputarle al governo (o all’opposizione) vuoi per diventare un influencer con milioni di follower in quanto portatore di morte che, a furia di evocarla, sembra più interessante della vita.
Io credo al diritto alla salute, e credo che il sistema italiano ce lo assicuri molto più che in altri Paesi più seri del nostro, ma di cui non vogliamo sapere nulla. In tempi normali noi abbiamo sempre rilevato solo la famosa malasanità, mai quella buona, a buon mercato o gratuita che pure è tanto più diffusa di quella cattiva. Lo stiamo constatando al tempo del coronavirus, scoprendo, esaltando, premiando lo stesso personale medico di sempre, quello che forse abbiamo talvolta denigrato, insultato, aggredito. Mio nipote dentista ha chiuso lo studio per tre mesi, adesso ha ricominciato: non è facile, ed è anche costoso, pare un astronauta della serie Space Force : coperto da un grembiule bianco, soprascarpe, guanti, mascherina, occhiali, casco, sia il medico che le infermiere: ad ogni paziente tutto va buttato via e sostituito, e lo studio va disinfettato con la massima attenzione. I pazienti non possono fermarsi nella sala d’aspetto e anche loro vengono rivestiti e disinfettati e quando vedono il medico travestito si spaventano. Per ogni seduta di 20 minuti ci vuole minimo un’ora, e la paura non è passata.
La gente è ancora incerta, andare in ospedale forse infetto per la visita dall’oncologo o evitare soprattutto quel che resta del virus?