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 2020  giugno 04 Giovedì calendario

Gli spot anti gay di Putin

«Quella è la tua nuova mamma»: un giovanotto effemminato che si muove come una caricatura del gay in una commedia di serie C, mostra al bambino appena adottato un vestitino rosso da femminuccia. 
Il piccolo sta per scoppiare in lacrime, le educatrici dell’orfanotrofio sputano, disgustate, e una voce (ovviamente molto "maschia") chiede: «È questa la Russia che vuoi nel 2035? Vota per la Costituzione».
La curva dei contagi di Covid-19 non si è appiattita, il numero reale dei morti resta un segreto di Stato e i social esplodono di denunce di pazienti e medici, ma la macchina della propaganda si rimette in marcia verso l’obiettivo voluto da Putin: il 1 luglio si vota per gli emendamenti costituzionali che gli permetteranno di restare al potere fino al 2036. Per convincere i russi, viene tirato fuori un cocktail collaudato: l’odio verso le persone LGBT, e già che ci siamo, verso i giovani e i benestanti. Il «parlateci di Bibbiano» non è una novità in Russia: nel 2018, uno spot elettorale analogo mostrava un futuro dove ogni famiglia russa doveva «adottare» un omosessuale. Che la Russia non fosse un Paese per gay lo si era già capito con la «legge sulla propaganda omosessuale», che vieta qualunque dimensione pubblica alla comunità LGBT, e con le stragi di gay in Cecenia. I media hanno presentato l’Ue come novella Sodoma e terrorizzato l’elettorato con la «Gayropa». L’elettore modello di Putin deve essere uno «normale», che si entusiasma a vedere missili in piazza Rossa mentre resta indifferente al record mondiale di aborti, alla depenalizzazione della violenza domestica, all’industria degli uteri in affitto che non conosce sanzioni, e a centinaia di bambini rimasti negli orfanotrofi, perché Mosca vieta le adozioni dove c’è il matrimonio gay. 
Il problema degli spin doctor del Cremlino è che l’elettore formato «dio, patria e famiglia» è una macchietta finta quanto i gay caricaturali dello spot. La sociologia dell’elettorato putiniano corrisponde a quella del sovranista globale: non giovanissimo, non troppo benestante e istruito, nostalgico di un passato dove gli uomini erano uomini e la Russia faceva paura al mondo. Al suo leader chiede innanzitutto protezione. La riforma delle pensioni ha polverizzato l’appoggio al Cremlino tra gli over-50, e il disastro del coronavirus ha fatto sentire indifesi anche i russi più giovani. Il giovane attore che ha interpretato la «mamma» gay ha ripudiato lo spot, e ha dichiarato che andrà a votare per la prima volta, contro Putin. La scommessa elettorale sul passato ha sempre una data di scadenza.