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 2020  giugno 04 Giovedì calendario

Il diario inedito di Pietro Mennea

Pietro Mennea si rivela al mondo il 4 settembre del 1972, con il bronzo all’Olimpiade di Monaco nei 200 metri. Arriva terzo alle spalle del leggendario sovietico Valery Borzov e dello statunitense Larry Black. Una medaglia conquistata alla sua maniera: la straordinaria rimonta negli ultimi 25 metri gli permette di soffiare all’altro americano Larry Burton l’ultimo gradino del podio. La sera decide di festeggiare con i dirigenti e alcuni amici, arrivati direttamente dalla sua Barletta, in un ristorante. Tira tardi e rientra soltanto dopo l’una di notte al 22 di Connollystrasse, nella palazzina del Villaggio Olimpico destinata all’Italia. Qualche ora più tardi, è ormai quasi l’alba del 5 settembre, al civico 31 della stessa strada un commando di otto terroristi palestinesi, “Settembre Nero”, fa irruzione nell’alloggio destinato alla squadra israeliana uccidendo due atleti. Altri nove saranno presi in ostaggio. Moriranno poi tutti nel drammatico scontro con la polizia tedesca all’aeroporto dell’aeronautica militare di Fürstenfeldbruck.
«Pietro si alzò la mattina, aprì le finestre e vide queste persone col cappuccio sui tetti. Non capiva cosa stesse succedendo. Mi ripeteva sempre che non si era accorto di nulla durante la notte. Si riteneva fortunato. Si era trovato vicinissimo al luogo dell’attacco e ne era rimasto fuori», racconta Manuela Mennea, moglie del campione che sette anni più tardi, a Città del Messico, sarebbe diventato primatista mondiale con lo storico 19"72. «Quella vicenda lo colpì tantissimo». Al punto che molti anni dopo, nel 2012, Mennea decide di tirar fuori il suo diario dei giorni olimpici e di farne un libro. Monaco 1972, una tragedia che poteva essere evitata, è questo il titolo dell’ultima corsa di Pietro Mennea. «Lo ha finito a gennaio 2013», ricorda Manuela che ha curato la prefazione. Due mesi più tardi – il 21 marzo – una malattia se lo porta via ad appena 60 anni.
«Voleva ricordare i 40 anni di quella strage. Ci sono anche le lettere inviate al Cio in cui chiedeva un minuto di raccoglimento per onorare le vite spezzate di quegli undici ragazzi. Era convinto che quell’Olimpiade andasse definitivamente sospesa. Ricordo che per scrivere il libro si procurò testi da tutto il mondo, fece una ricerca approfondita. Si convinse che bisognava sorvegliare meglio il Villaggio, i terroristi hanno approfittato delle falle nella sicurezza, fecero addirittura un sopralluogo spacciandosi per tifosi brasiliani».
Il libro taglierà il traguardo della pubblicazione a luglio, dopo più di sette anni dalla sua ultimazione. Per tutto questo tempo è rimasto nell’ufficio romano di Manuela. «Era tutto pronto. Pietro aveva individuato le foto ed effettuato le correzioni, ma avevo paura che qualcuno me lo rifiutasse». Poi la svolta, dopo un incontro casuale con Maurizio Marino, napoletano che vive per il teatro e per l’atletica leggera. Aveva portato al San Paolo il Golden Gala e adesso lavora per confermarlo nel 2021. «Manuela» spiega Marino, «mi ha fatto vedere il libro, che mi ha colpito. Le ho offerto di proporlo ad alcuni miei amici, Francesca e Alfredo Mattei della Colonnese editore che hanno deciso di pubblicarlo. Alfredo era un grande tifoso di Mennea, come me e tanti altri. Lo vogliamo presentare in grande stile. Mennea è stato il testimonial di un mio meeting nel 2004, da allora diventammo amici».
Con Napoli, un legame fortissimo: «È vero» conferma Manuela, «e sono contenta di far conoscere il libro di Pietro proprio a Napoli. Lui amava la Campania: ad Agropoli c’è una gara che porta il suo nome».