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 2020  giugno 04 Giovedì calendario

Annette Bening sogna neonati

Lei sul letto nuda con quel sorriso malizioso e il mucchietto di banconote per l’affitto poggiate sul comò. Non c’erano dubbi che l’affittuario bolso optasse per il pagamento in natura. Era il 1990 e Rischiose abitudini, girato al fianco di Angelica Huston e John Cusack, segnò la sfacciata entrata in scena a Hollywood di Annette Bening. Leggenda vuole che anche Warren Beatty s’innamorò di lei e volle conoscerla dopo aver visto il film, si fidanzarono sul set di Bugsy. «Avevo girato già film che non avevano avuto successo. Avevo già trentadue anni, tardino per aver pretese di carriera». I successivi trenta hanno costruito una carriera ricca – candidata all’Oscar per Rischiose abitudini, American Beauty, La diva Julia e I ragazzi stanno bene — e portata benissimo. Lo dimostra, se ce ne fosse bisogno, la gara di bravura tra lei e Bill Nighy in Le cose che non ti ho detto. Disponibile da qualche giorno sulle principali piattaforme, il film è scritto diretto da William Nicholson, che si ispira alla vera separazione dei genitori dopo 29 anni di matrimonio. Lui ha semplicemente trovato un’altra e non ama più, lei è scontrosa e polemica ma ama ancora e soffre. «Mi pareva un modo originale di raccontare una storia apparentemente come tante, il disfacimento di una famiglia e soprattutto una donna lasciata dal marito che rifiuta di accettarlo. C’era qualcosa di bello e commovente», spiega l’attrice, 62 anni. Nella coppia c’è spesso uno dei due che vuole affrontare i problemi, mentre l’altro sceglie di far finta di nulla. «Nel mio cuore c’è sempre la speranza, ma non mi tiro indietro rispetto alle parti oscure della vita e spero di averlo insegnato anche ai miei figli».
Annette Bening e Warren Beatty di figli ne hanno quattro, «io sono la maggiore di quattro figli, siamo molto legati anche ai miei genitori, 96 e 91 anni, in autunno festeggiamo settant’anni di matrimonio. Sono un esempio per l’amore che hanno avuto per noi e una resilienza che mi hanno trasmesso. Finché loro saranno vivi continuerò a sentirmi figlia». Ha capito presto che voleva fare l’attrice: «Sono figlia della scuola pubblica, non me ne rendevo conto ma oggi sono grata ai professori e alle istituzioni che mi hanno permesso di sperimentare, di cibarmi di letteratura e teatro. Mi piaceva molto il palco, Broadway. Quando è arrivato il successo è stato bello ma difficile, non sapevo gestire l’essere una figura pubblica, parlare ai talk show. Già ho dovuto lavorare sull’eccesso di autocritica, figuriamoci in quelle occasioni». Vive lontano da Hollywood «per me esiste solo come luogo in cui incontro colleghi con cui faccio un lavoro bellissimo. Mi piace fare ricerche, commuovere il pubblico». Le piace molto anche ridere e lo fa spesso durante l‘intervista. «Quando perdo il senso dell’umorismo significa che sono davvero nei guai. È la chiave con cui affronto la vita, guardare alla verità dei drammatici senza farsi tirare giù».
La fanno ridere «i film classici e sono pazza per Sarah Cooper, geniale con i suoi video in cui recita in sincrono con la vera voce e le parole di Donald Trump: ogni volta che parla il presidente ora non riesco a non immaginare lei». Le piace molto stare accanto al marito Warren Beatty, «è un uomo fantastico, ha fatto un pezzo di storia del cinema, sono orgogliosa dei suoi film, del suo impegno politico, dell‘amore che il pubblico ha ancora nei suoi confronti». Ma i suoi sogni, oggi, hanno protagonisti diversi: «Cosa sogno? Bambini, neonati. Fin da ragazzi sapevo che avrei voluto dei figli. Nei miei sogni notturni li curo, li nutro, li cullo, o sono incinta». E bei sogni a occhi aperti «penso ai miei figli, che ora sono adulti, vivono giustamente da soli, hanno le loro storie e mi mancano. Quando ci vediamo ridiamo guardando ai viaggi e alle cose fatte insieme. Sono fantastici, soprattutto sono persone buone. Ho vissuto molte esperienze belle nella vita, ma la maternità per me è la più straordinaria ».