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 2020  giugno 02 Martedì calendario

In Germania il piano rilancio è di 8 pagine

Oggi a Berlino la Große Koalition discuterà il piano di rilancio dopo la pandemia preparato dal ministro delle finanze, il socialdemocratico Olaf Scholz. Un volume all’italiana, spesso come Via col vento? Sono appena otto paginette scritte in modo chiaro, senza rimandi a commi o a vecchie leggi, comprensibili anche da un semplice cittadino. Il piano sarebbe top secret ma Der Spiegel lo ha anticipato nelle linee essenziali.
La Germania affronta la peggiore crisi dalla fine della dopoguerra, ma i tedeschi, smentendo la tradizione, sono ottimisti, anche gli imprenditori. Gli istituti di previsione economica si attendono un calo del pil intorno al 4-5%, ma la ripresa dovrebbe essere immediata, con un balzo fino al 10%. Per quel che conta, la borsa di Francoforte che era crollata da 13.500 punti a 8.500, è già risalita e sfiora quota 12 mila.
Il piano di Scholz si basa su tre pilastri: il primo riguarda l’aiuto a datori di lavoro e dipendenti. Il Kurzarbeit, l’orario ridotto, da un anno verrà portato a due anni, e i lavoratori invece del 60% del salario potranno ottenere fino all’80%, e all’87% se si hanno figli minorenni. L’orario ridotto è diverso dalla cassa integrazione. Non si continua a tenere in vita un’impresa destinata a fallire, ma si cerca di aiutarla in una fase critica: è possibile sospendere i contributi che passano a carico dello Stato. Un salvataggio limitato nel tempo.
Scholz vuol aiutare soprattutto le piccole imprese, e favorire settori come il turismo, i ristoranti, gli alberghi, teatri, cinema, le fiere, e chi svolge attività indipendenti. Si aiuterà con indennizzi la trasmissione televisiva di spettacoli a porte chiuse, o con riduzione degli spettatori.
Il secondo pilastro cercherà di favorire il consumo privato, e prevede tra l’altro un bonus di 300 euro per ogni figlio. Gli aiuti non verranno pagati in rapporto al reddito, ad evitare che le famiglie vengano escluse perché rimangono per un paio di euro al di sotto della soglia fissata. Lo stesso principio che vale per gli assegni per i figli.
Si cercherà di evitare i fallimenti, in particolare delle piccole imprese. Lo Stato potrà intervenire durante la fase di insolvenza con aiuti rapidi. Sarà possibile conteggiare in passivo anche investimenti modesti (finora erano esclusi quelli sotto i mille euro). Altre facilitazioni riguardano l’ammortamento per le attrezzature e i macchinari. Chi svolge attività indipendenti potrà scegliere se venire tassato come una piccola impresa o pagare l’Irpef.
Il terzo pilastro riguarda la modernizzazione: sono previsti investimenti per le ferrovie, per la digitalizzazione, e per le auto elettriche. Ma Scholz è contrario a premi per la rottamazione a favore delle case automobilistiche. Dovranno piuttosto produrre auto più moderne e ecologiche.
Il costo complessivo del pacchetto è valutato intorno ai cento miliardi. Si prevede uno scontro tra ministri cristianodemocratici e socialdemocratici. Il premier della Baviera, Markus Söder chiede una sovvenzione per l’acquisto di auto, è preoccupato per l’Audi e la Bmw, le case della sua regione. La Cdu/Csu di Frau Merkel sarebbe favorevole a abbassare le tasse, Olaf Scholz è contrario. Per lui basta aver portato l’Iva per ristoranti e alberghi dal 19% al 7%.
Non vuole neanche abolire il Soli, come viene chiamato l’extra sulle tasse (il 6,5%) deciso per finanziare la ricostruzione della ex Germania Est dopo la riunificazione. Helmut Kohl aveva promesso che sarebbe stato di breve durata. A novembre si festeggiano i 30 anni dell’ unità ritrovata ed è sempre in vigore.