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 2020  giugno 02 Martedì calendario

I debiti di Meloni verso Arbasino

A pochi scrittori è capitato di avere dato il proprio nome o un proprio titolo a un movimento politico. CasaPound è l’esempio più clamoroso. Ma ora che Giorgia Meloni sale nei sondaggi, bisogna finalmente dare ad Alberto Arbasino quel che è di Arbasino e ricordare che Fratelli d’Italia è un suo celebre libro. Certo, prima di lui c’era Goffredo Mameli, ma è ovvio che nel 2014, quando fondarono il loro partito, Meloni e Ignazio La Russa si ispirarono allo spettacolare, effervescente, comico, trasgressivo romanzo di Arbasino. Il quale Arbasino ha fatto in tempo a sapere di essere in qualche modo diventato un partito, ma da quel signore che era preferì non rilasciare dichiarazioni al riguardo né farsi valere in sede legale (cosa di cui giustamente Massimiliano Parente si è meravigliato nel giorno in cui Arbasino è morto). Comunque, se la letteratura porta tanta fortuna alla politica, chissà quante volte Matteo Renzi si è pentito di avere chiamato Italia viva il suo movimento e non, per esempio, Le avventure di Pinocchio, I l barone rampante o La cognizione del dolore, che avrebbe anticipato l’epoca del coronavirus. E pensate al consenso di Antonio Calenda se al posto di scegliere l’insipido Azione avesse optato per Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, che avrebbe segnalato la determinazione morale nel fare piazza pulita degli imbrogli italiani. E Giovanni Toti, con il suo sempliciotto Cambiamo ! (esclamativo compreso): se avesse immaginato, che so, qualcosa di decisamente ligure tipo Ossi di seppia! ricordando Montale o Licheni!ricordando il grande Sbarbaro, avrebbe avuto ben altri risultati rispetto alla miseria attuale. Insomma, l’esempio Meloni potrebbe aprire una stagione di maggiore simbiosi tra politica e letteratura. Già lo spirito «prensile» e burlesco (ma poco berlusco) di Giorgio Manganelli, detto Manga e amico di Arba, sarà in agitazione alla sola idea che un giorno, in fuga dal Berlusca, Maurizio Gasparri possa essere folgorato dall’intuizione di un nuovo partito che prenda a prestito un suo titolo: oggettivamente scomodo Discorso dell’ombra e dello stemma o del lettore e dello scrittore considerati come dementi. Ma almeno Lunario dell’orfano sannita oppure, ancora meglio, Dall’Inferno o Hilarotragoedia... Elettori a gogò.