Corriere della Sera, 2 giugno 2020
L’italiana che consiglia Macron
«Clima, diseguaglianze, demografia: il presidente francese vuole essere informato del meglio che può dare la scienza economica quanto alle tre sfide più importanti del futuro», dice Valentina Bosetti, l’economista italiana che è stata chiamata da Emmanuel Macron a far parte della nuova Commissione dei 26 esperti inaugurata venerdì scorso. Quarantasette anni, ordinaria di Economia ambientale e Economia dei cambiamenti climatici alla Bocconi di Milano, da poche settimane presidente di Terna (rete elettrica), tre figli, Bosetti racconta la riunione inaugurale, venerdì scorso, in videoconferenza con l’Eliseo.
Come nasce l’idea?
«Precede la crisi del Covid, ma la necessità di avere uno sguardo a medio -lungo termine sul futuro è resa ancora più importante dalla pandemia».
Come sono organizzati i lavori?
«I due relatori sono i francesi Jean Tirole, premio Nobel per l’Economia 2014, e Olivier Blanchard, capo economista del Fmi dal 2008 al 2015. Gli altri 24 esperti sono otto francesi, otto europei e otto americani, tutti accademici. Clima e diseguaglianze hanno due autori principali, la demografia tre. Io faccio parte dei reviewer, gli esperti chiamati a stimolare e verificare il lavoro degli autori guida».
Tra i «reviewer» ci sono, oltre a lei, grandi nomi come Larry Summers, segretario americano del Tesoro durante l’era Clinton, o Paul Krugman, Nobel 2008.
«L’idea è che i tre settori si parlino, un esperto generalista come Summers potrà intervenire in tutti i lavori».
Quando consegnerete i vostri rapporti?
«Credo entro la fine dell’anno, anche se la crisi ha provocato ritardi. A luglio avremo molti incontri telematici».
Lei si occuperà di clima?
«Sì, è la mia specializzazione».
La Francia ha una certa tradizione in queste commissioni. Il presidente Nicolas Sarkozy fu all’origine del rapporto Stiglitz-Fitoussi e del rapporto Attali sulla crescita francese, al quale parteciparono gli italiani Franco Bassanini e Mario Monti e un giovanissimo Macron.
«Lo scopo non è solo nazionale. Lo spirito è un po’ quello del rapporto Fitoussi, il nostro contributo poi è a disposizione di tutti, possono usarlo i Paesi che lo desiderano. È un’iniziativa di respiro europeo e globale».
Come si è svolta la riunione di venerdì?
«Videoconferenza, in inglese. Due ore, poco per i tempi accademici, molto per quelli politici. Macron ha introdotto e poi ha ascoltato i relatori principali».
Che cosa vuole Macron?
«Ci ha detto di avere provato in passato a mettere in pratica misure contro i cambiamenti climatici, ovviamente riferendosi alla tassa sul carburante che poi ha scatenato il movimento dei gilet gialli, ma ha aggiunto”forse senza consultarmi a sufficienza sia con gli esperti sia con la popolazione e quindi non voglio ripetere lo stesso errore, voglio cambiare le cose senza provocare resistenze”».
Quale intervento l’ha colpita di più?
«I miei colleghi sono accademici eccezionali che parlavano delle loro cose, non mi hanno sorpresa. Chi mi ha colpito di più è stato lo stesso Macron. Parlava a braccio, usando i termini giusti. A suo agio. Molto preparato».