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 2020  giugno 02 Martedì calendario

Evasione, 19,9 miliardi recuperati nel 2019

L’emergenza coronavirus cambia anche gli obiettivi della lotta all’evasione, che nel 2019 ha raccolto 19,9 miliardi. Complice il lockdownche ha fermato o almeno rallentato l’attività di controllo dell’agenzia delle Entrate, la seconda parte di 2020 dovrà necessariamente ricalibrare gli obiettivi sia del recupero sia degli strumenti da mettere in campo. Ed è uno degli articoli del decreto rilancio (più precisamente il 139) a riformulare il mix delle priorità su cui le Entrate dovranno concentrarsi. 
All’apparenza, potrebbe sembrare una norma programmatica perché rimanda alle convenzioni tra ministero dell’Economia e agenzie fiscali il compito di delineare gli obiettivi ma fissa almeno due paletti importanti. Da un lato, rafforzare l’attività di compliance e dall’altro tenere conto ancor di più di questi risultati negli incentivi a funzionari e dirigenti del Fisco.
Ma andiamo con ordine. Sotto l’ombrello della compliance c’è tutta una serie di attività: dagli alert ai contribuenti in caso di anomalie sui dati disponibili nei database (a cominciare dai riscontri incrociati tra fatture e scontrini elettronici con le liquidazioni Iva), per passare agli interpelli e ai regimi destinati a chi effettua nuovi investimenti o ai grandissimi contribuenti (soglia di accesso a 5 miliardi) per l’adempimento collaborativo. In pratica, sono le azioni per spingere i contribuenti in autonomia a dichiarare o versare di più, senza il grimaldello di verifiche e accertamenti. Non è un caso che il peso di questa voce sia in continua crescita sul totale complessivo dei recuperi da lotta all’evasione. Nel 2019, secondo quanto riportato nell’ultimo Def, l’Agenzia ha incassato complessivamente 19,9 miliardi: frutto per 16,9 miliardi di attività “ordinaria” e di 3 miliardi dagli introiti “straordinari” della pace fiscale, che oltre alla sanatoria sulle cartelle e saldo e stralcio comprende anche quella su liti, accertamenti e verbali. Il recupero totale è in crescita di 700 milioni (+4,3%) rispetto al 2018. Su questo aumento ha inciso per il 43% il maggior gettito proprio dalla promozione della compliance, che in un anno è passata da 1,8 a 2,1 miliardi. 
Al di là dei numeri e dei risultati dello scorso anno, il maggior peso che il decreto rilancio punta a dare nel 2020 alla compliance deriva della necessità per l’Agenzia di riorganizzarsi dopo il lockdown e soprattutto con le nuove modalità di lavoro agile. Il quadro è complicato da diverse variabili. La manovra 2020 (decreto fiscale e legge di Bilancio) ha assegnato alla lotta all’evasione il compito di garantire oltre tre miliardi di euro per l’anno in corso con misure che vanno dalla stretta alle compensazioni alla regolarità sulle ritenute fiscali negli appalti fino a interventi su accise e giochi che toccano più da vicino i compiti delle Dogane. Importi che si dovrebbero sommare al recupero complessivo di lotta all’evasione che la convenzione con il Mef del 2019 (precedente alla manovra) attribuiva come obiettivo per il 2020, ossia 14,3 miliardi. Ora, però tutto è cambiato. È stata adottata una misura del tutto eccezionale per far fronte all’emergenza: l’attività istruttoria sarà conclusa nel 2020 ma, come prevede un’altra norma del decreto rilancio, le notifiche saranno recapitate solo nel 2021. Infatti, come annunciato dal direttore delle Entrate Ruffini nell’intervista al Sole 24 Ore del 28 aprile, il rischio da evitare era quello di passare dal lockdown al blackout delle attività. Anche perché gli stessi soggetti da accertare o verificare dovranno fare i conti con «la persistente carenza di liquidità» paventata dal servizio studi Camera e Senato sul fronte rinvio dei versamenti (si veda il servizio a pagina 3).
A guadagnare con la compliance non sarà solo l’Erario ma anche i dipendenti del Fisco, perché nell’erogazione degli incentivi avrà una maggiore incidenza l’attività di promozione dell’adempimento spontaneo. Non si terrà conto, infatti, del criterio del maggior gettito incassato rispetto all’ultimo anno consuntivato ma del recupero di gettito per il bilancio dello Stato connesso al raggiungimento degli obiettivi fissati nelle convenzioni con il ministero dell’Economia. E nel recupero, la compliance avrà un ruolo crescente. 
Il tutto in un contesto in cui il rapporto Fisco-contribuente prova a tornare alla normalità: da ieri, infatti, è cessato il periodo di sospensione per la richiesta da parte dell’amministrazione finanziaria e la consegna da parte dell’interessato di richieste di regolarizzazione o di consegna di documentazione integrativa avanzata dagli uffici.