Corriere della Sera, 2 giugno 2020
La cinquina del Campiello
Abituati a seguire dal vivo la «disputa» per la scelta della cinquina finalista del Premio Campiello, che di solito si svolge in seduta pubblica nell’Aula Magna del Bo (Università di Padova), fa un certo effetto guardare lo schermo tv e ascoltare la comunicazione di titoli e autori dei romanzi, in gara per aggiudicarsi il SuperCampiello. È tempo di pandemia, sia pure in via di risoluzione. Mancano le argomentazioni dei giurati, gli sguardi e i numeri sul tabellone luminoso fino a comporre la classifica dei magnifici cinque. Tant’è. La scena, quest’anno, è lo studio televisivo di Rai5 dove ieri pomeriggio Licia Troisi, conduttrice di Terza Pagina, in collegamento con alcuni ospiti (fra cui Enrico Carraro, presidente degli Industriali Veneti e della Fondazione Campiello), ha dato innanzitutto la parola a Paolo Mieli, alla guida della 58ª edizione del Campiello, per l’annuncio dei finalisti, scelti tra gli oltre 200 libri ammessi al concorso.
La cinquina, dunque: Patrizia Cavalli, Con passi giapponesi (Einaudi, 7 voti al 1° turno); Sandro Frizziero, Sommersione (Fazi, 7 voti 2° turno); Francesco Guccini, Tralummescuro. Ballata per un paese al tramonto (Giunti, 6 voti 3° turno); Remo Rapino, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (minimum fax, 7 voti 4° turno); Ade Zeno, L’incanto del pesce luna (Bollati Boringhieri, 7 voti 4° turno). Tocca ora ai 300 giurati popolari scegliere il vincitore, che sarà proclamato in autunno a Venezia.
«Ho assunto questo compito con grande emozione – ha dichiarato Mieli – e la lettura dei numerosi libri candidati ha poi allietato le lunghe ore di costrizione a casa, sorprendendomi con testi di alto valore. La cinquina che abbiamo votato rappresenterà sicuramente il cuore di un’edizione che non dimenticheremo mai, un Campiello unico, nella speranza che possa rappresentare l’inizio di una ripresa culturale del nostro Paese che ha così tanto sofferto negli ultimi mesi». Mieli si è mostrato soddisfatto per la performance di una donna, Patrizia Cavalli, che guida la classifica dei finalisti.
Discussioni in video
La giuria presieduta da Paolo Mieli ha scelto Veronica Galletta per
l’«Opera Prima»
Oltre al presidente, la Giuria dei Letterati è composta da personalità del mondo letterario e accademico: Federico Bertoni, Daniela Brogi, Silvia Calandrelli, Philippe Daverio, Chiara Fenoglio, Luigi Matt, Ermanno Paccagnini, Lorenzo Tomasin, Roberto Vecchioni ed Emanuele Zinato. Come accade in ogni edizione, uno dei giurati viene incaricato di tracciare il bilancio della narrativa in concorso. Quest’anno il compito va al critico letterario Ermanno Paccagnini. Uno stralcio dalle sue righe: «Una buona produzione anche se non si può non rilevare un certo appiattimento nelle modalità scrittorie e nella strutturazione delle vicende. E dove comunque non sono mancati titoli di rilievo. Almeno una decina avrebbero potuto figurare fra i 5 finalisti. I volumi sono ben distribuiti, tra case editrici appartenenti a gruppi editoriali e tra media e piccola editoria».
Un vincitore del Campiello c’è già. Si tratta dell’«Opera Prima», riconoscimento attribuito a uno scrittore esordiente. Il premio è stato assegnato a Veronica Galletta, autrice di Le isole di Norman (Italo Svevo). «Galletta elegge lo spazio marino di Ortigia a santuario della memoria e declina in modo limpido e convincente il tema dell’archivio e della mappatura», si legge nella motivazione.