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 2020  maggio 31 Domenica calendario

L’indice del mascara

Il «lipstick index», l’indice del rossetto, è un termine coniato da Ernest Lauder, presidente di Estée Lauder, per indicare la strana crescita di fatturato durante la recessione del 2001. Il sospetto era che le vendite di cosmetica – in particolare dei rossetti – fossero anticicliche; e molte donne, in tempi difficili, si consolassero in quel modo, rinunciando ad acquisti più costosi. 
  Stavolta è andata diversamente. Le vendite del rossetto, in Italia, sono calate del 70% in tre mesi; le vendite del mascara, invece, tengono bene. Una possibile spiegazione? La mascherina copre la bocca, non gli occhi. E il rossetto, dentro casa, diciamo che si usa meno. La mia città, Crema, è l’orgogliosa capitale della cosmetica nazionale, produce un quarto del mascara del mondo. E ognuno, di questi tempi, parte da quello che vede e ragiona con gli strumenti che ha. 
  Già che ci siamo: perché una nazione esteticamente ossessionata come l’Italia tratta con tanta superficialità la propria immagine sullo schermo? Videochiamate, Zoom & C, webinair, didattica a distanza, collegamenti televisivi: la sciatteria è diffusa, e sorprendente. Non occorre essere belli per apparire in video (se così fosse, il sottoscritto dovrebbe limitarsi a scrivere). Ma un minimo di attenzione per la propria immagine è una forma di rispetto. Per ogni sesso, e a ogni età.
  Sto vedendo di tutto. Collegamenti televisivi dove l’intervistato parla nel buio, come Belfagor, il fantasma del Louvre; oppure si spara in faccia una lampada da tavolo, stile interrogatorio di polizia. Incontri con le scuole in cui studentesse e studenti sembrano modelli, e i professori degli scappati di casa. Giornalisti che parlano col naso nell’obiettivo, stile Salvini; economisti sfocati come ectoplasmi; virologi che s’inquadrano l’orecchio. E gli sfondi dei collegamenti televisivi via Skype, ormai la norma? Pur sapendo di entrare in milioni di case, molti si piazzano nell’angolo tra due armadi, oppure inquadrano dettagli di oggetti non identificati (attrezzi agricoli, strumenti di tortura, strumenti ginnici?).
  So bene che, quando si parla di «ripresa dell’Italia», noi tutti pensiamo ad altro. Però, suvvia: un piccolo sforzo.