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 2020  maggio 31 Domenica calendario

I Paesi scandinavi isolano la Svezia

Il Coronavirus manda in frantumi anche la tradizionale solidarietà nordica. Danimarca e Norvegia hanno annunciato che dal 15 giugno apriranno ai rispettivi cittadini le loro frontiere, chiuse ormai da marzo. Ma non concederanno lo stesso al vero gigante scandinavo, la Svezia. Uno schiaffo politico, culturale e commerciale. E storico. Lo stesso «no» ai turisti svedesi era già arrivato da Grecia, Estonia, Lettonia. Ma al Nord, brucia ben diversamente. 
Motivo dichiarato da tutti: è troppo presto, gli «altri» non si fidano, hanno paura, considerano troppo rischiose le statistiche di Stoccolma, dominate dal rifiuto del lockdown, cioè di quasi tutte le restrizioni anti-virus applicate dagli altri Paesi europei. Le cifre, aggiornate a ieri: Svezia, 10 milioni di abitanti, 36.476 contagi, 4.350 decessi, 4.971 guariti, 84 nuove morti solo da venerdì; Danimarca, 5,7 milioni di abitanti, 11.500 contagi, 568 morti, 10.200 guariti, nessun nuovo decesso negli ultimi due giorni; Norvegia, 5,4 milioni di abitanti, 8.425 contagi, 236 morti, 7.727 guariti, nessun decesso negli ultimi due giorni. 
Anders Tegnell, l’epidemiologo capo di Stoccolma sostenitore del «liberi tutti» in assenza di sintomi evidenti (circolazione senza restrizioni, niente distanziamenti, e così via) confida ai media svedesi: «Pensavamo che il nostro sistema sanitario avrebbe dato risultati migliori di quello, per esempio, dell’Italia». E poi, a domanda, illustra il suo hobby personale preferito, il giardinaggio. Gli replica l’ambasciatore italiano a Stoccolma, Mario Cospito: «Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il Sistema sanitario italiano si colloca al secondo posto al mondo come efficienza e funzionalità, dopo la Francia: la Svezia, in tale classifica, si colloca al 23mo posto. L’aspettativa di vita alla nascita per l’Italia (83,4 anni) è la seconda al mondo dopo la Spagna; per la Svezia è 82,2 anni. Il numero di letti ospedalieri ogni mille abitanti in Italia è di 3,4, mentre in Svezia è di 2,2». 
Nel frattempo, è esploso anche il terremoto politico interno che covava da settimane: l’opposizione conservatrice e populista reclama dal governo a maggioranza socialdemocratica una commissione di inchiesta, da istituirsi entro l’estate, per chiarire come la Svezia abbia gestito questa emergenza e come abbia potuto trasformarsi in un lazzaretto internazionale. 
E sono in corso negoziati più o meno riservati fra tutti i Paesi scandinavi per ritrovare l’antica solidarietà infranta dal virus. Ma non c’è uno, primo ministro o monarca, che non tenga lo sguardo fisso alle statistiche di morti e contagi.