il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2020
In Sicilia appalti-fotocopia
Il modello Morandi fa scuola e sbarca in Sicilia. Il servizio aereo antincendio per il terzo anno consecutivo è stato affidato allo stesso costo (3,1 milioni di euro per un massimo di 1.400 ore di volo) allo stesso raggruppamento di società che si è aggiudicato l’appalto con lo stesso ribasso di sempre (tre per cento).
Nessun intoppo, né ricorso, né accidenti burocratico. Tutto è filato via liscio e le società Helixcom e E+S Air anche questa estate sono pronte e attrezzate per aggredire le lingue di fuoco e spegnerle dall’alto, con i propri elicotteri. A ben vedere la Sicilia ha usato criteri assai più restrittivi di quelli in uso a Genova, dove il ponte è stato appaltato praticamente senza gara e senza una base d’asta, e il modello, sebbene assai più piccino, ha dato prova di funzionare meravigliosamente. Il caso ha voluto che fossero sempre gli stessi pompieri a vedersela con gli incendi, anch’essi ogni anno identici a quelli degli anni precedenti. Perciò la stima del costo è stata mantenuta invariata cosicché gli appaltatori, ambedue siciliani, forse anche per tenersi coerenti alla realtà hanno esposto il loro proposito: riprodurre lo sconto nella stessa percentuale del passato. Tutti felici per l’appalto tris e soprattutto pronti a combattere chi da terra brucia ma anche un po’ a benedirli. Infatti se nessuno bruciasse i boschi nessuno sarebbe chiamato a volare per spegnerli.
La polemica in Sicilia è però dietro l’angolo e un occhiuto consigliere regionale, Nuccio Di Paola, ha presentato un’interrogazione all’assessore competente avanzando il sospetto che si siano posti in essere criteri restrittivi della concorrenza. In verità anche l’Antitrust tre anni fa, indagando sul mercato nazionale dell’antincendio aereo, aveva percepito che solo e sempre sette aziende, addirittura soprannominate “le sette sorelle delle pale”, si aggiudicano gli appalti in Italia ribassando il meno possibile. Ma sono i sospetti dei soliti cacadubbi.