www.repubblica.it, 29 maggio 2020
Musk si fa ricco
Milano. Altro che pandemia, per Elon Musk questa prima parte dell’anno si è rivelata una manna. Grazie ai conti di Tesla, il principale asset ma non certo l’unico punto di riferimento dei suoi multiformi interessi, il visionario imprenditore di origine sudafricana ha potuto finalmente sbloccare la prima rata – di dodici – del suo stipendio in quanto timoniere della casa automobilistica elettrica. E il guadagno, potenziale, è nell’ordine di 770 milioni di dollari.
Musk, infatti, nel 2018 aveva raggiunto l’accordo di lavorare come amministratore delegato senza retribuzione immediata. Ma aveva contrattato un articolato piano di stock option, in più tranche, al raggiungimento di alcuni obiettivi. Nell’ipotesi massima, Musk incasserà stock option su 20,3 milioni di azioni, per un totale di 55 miliardi di dollari. Uno dei pacchetti retributivi più alti di sempre, anche a Wall Street.
Ma attenzione, mai come in questo caso i guadagni potenziali e quelli reali sono cose ben diverse. A partire da questa prima tranche, maturata perché si sono avverate le prime due condizioni del piano: una capitalizzazione di Borsa, per un certo periodo, almeno pari a 100 miliardi di dollari (attualmente è a 150) e un fatturato annuale di 20 miliardi, cosa che il board della compagnia ha appena certificato, sbloccando il primo pacchetto di stock option per un prezzo per azione pari a 350,02 dollari (ieri valevano 805,81 dollari e oggi sono in crescita).
Plusvalenza ricca – oltre 770 milioni – ma non incassata, appunto: per regolamento infatti Musk deve tenere per cinque anni i titoli e solo a quel punto può, se crede, venderli. E per fare l’en plein, per portare a casa l’intero bottino, Tesla deve raggiungere risultati davvero ragguardevoli: 14 miliardi di utile rettificato, 175 miliardi di ricavi e una capitalizzazione di Borsa di 650 miliardi. Possibile ma non semplicissimo, per dirla con un eufemismo.
C’è da dire che, dopo anni difficili, i conti di Tesla sembra si stiano assestando. E grazie alle vendite del Model 3, finalmente sulla strada giusta, anche l’ultima trimestrale ha segnato progressi, in netta controtendenza con le altre case automobilitiche, anche americane, duramente messe alla prova dalla pandemia e dal lockdown. Tesla ha registrato un fatturato in crescita del 32% su base annua, a 6 miliardi di dollari, registrando anche un piccolo utile netto – il terzo consecutivo – pari a 16 milioni di dollari. In particolare Tesla nel trimestre ha consegnato 88.496 veicoli in tutto il mondo (+40%), di cui 76.266 Model 3 e Model Y, il 50% in più rispetto ad un anno fa.
Aspettando di incassare fino in fondo la scommessa sull’auto elettrica, Musk intanto tiene d’occhio il cielo (e le condizioni metereologiche) per l’imminente lancio nello spazio della navetta con equipasggio Crew Dragon, rimandato il 27 maggio causa maltempo. L’impresa rappresenta solo l’ultimo traguardo nella lunga corsa allo spazio per l’imprenditore, cominciata nel 2002 con la fondazione della compagnia Space X. Con la capsula Dragon, la Space X è stata la prima compagnia privata a lanciare un veicolo in orbita (nel 2010) e poi verso la Stazione spaziale (2012).