Indagini e dimissioni
Tesse, Palamara, tesse senza sosta. Quando nel 2018 finisce la sua consiliatura al Csm torna a fare il pubblico ministero a Roma. È uno dei leader di Unicost, ha appena lasciato palazzo dei Marescialli. Il suo telefono continua a essere rovente, lui non sa rinunciare alla sua influenza, non riesce a farsi da parte (tanto da irritare alcuni dei vari «ciccio»). Trova una sponda nei deputati Cosimo Ferri e Luca Lotti. Il primo ex magistrato e leader di Magistratura Indipendente, il secondo, indagato dalla procura di Roma, assetato di vendetta. Il gruppetto decide che Palamara deve diventare aggiunto e vuole decidere il nuovo procuratore di Roma. Meccanismi perversi nei quali rimangono impigliati anche cinque consiglieri del Csm, costretti alle dimissioni la scorsa estate, e il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio.
I magistrati e le nomine
Fino a qui, la parte penalmente o disciplinarmente rilevante. Ma le chat di Palamara raccontano un mondo, un sistema, che ha qualcosa di pittoresco e tanto di "generone romano". Raccontano un uomo e la sua innegabile capacità di relazione. È quasi impossibile riassumere i rapporti dell’ex consigliere con i suoi colleghi. Il suo telefonino testimonia una questua continua. Non importa a quale corrente appartengano: chi ha una richiesta da avanzare al Csm finisce per contattare l’ex pm, il mister Wolf delle toghe. Dall’ultimo al più importante dei magistrati: tutti alla corte di "re Luca". Sono migliaia i messaggi di chi chiede qualcosa, anche solo un’informazione. Ci sono i capi delle grandi procure, quelli che si autopromuovono e quelli che segnalano amici. Ci sono scambi di opinioni sulla vita associativa, c’è la definizione delle strategie. Ci sono gli accordi con gli altri consiglieri del Csm per incarichi e voti. Insomma, c’è di tutto. E poi c’è lui, Palamara, che ricorda compleanni e onomastici, che è il primo ad annunciare le nomine agli interessati, che invita, organizza. Vive di questo. L’ex pm consuma quantità impressionanti di caffè e passa la sua vita a "scendere" per un saluto dalla sua stanza al Csm. Le chat coi colleghi sono migliaia, tra le quali quelle col procuratore di Milano Francesco Greco (altro caffè), con quello di Bologna Giuseppe "Jimmy" Amato che chiede i tempi per decidere i suoi aggiunti, con Giovanni Melillo per congratularsi per la nomina a Napoli. Palamara chatta col procuratore generale di Firenze Marcello Viola (suo candidato per Roma), con quella di Caltanissetta Lia Sava, con quello di Salerno Leonida Primicerio. Si scrive col procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho e con quello di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri.
La politica
Forse più simile a un politico che a quello che dovrebbe essere un magistrato, Palamara a un certo punto sembra voler seguire le orme del suo amico "Cosimino" Ferri e puntare al Transatlantico. Probabilmente per questo, ricerca rapporti con deputati e senatori, solerte anche quando non richiesto. E sono altri caffè, altre cene. Incontra diverse volte il governatore del Lazio e segretario Pd Nicola Zingaretti, scrive a Nitto Palma, Beatrice Lorenzin, Andrea Orlando, Marco Minniti e Francesco Boccia. L’ex ministro Maria Elena Boschi gli manda spesso il link a "Democratica online", rivista del Pd, che però pare non interessare affatto al pm. Non solo centrosinistra, Palamara che è uomo da bosco e da riviera, chatta anche con Daniele Frongia, assessore grillino di Roma, e con l’ex presidente del Consiglio Comunale capitolino (poi arrestato per corruzione) Marcello De Vito.
I vertici delle istituzioni
L’ex presidente dell’Anm prova anche a costruire rapporti con i vertici delle istituzioni. Non sempre gli riesce: qualcuno lo scansa, qualche altro abbocca. Si complimenta con il comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri per un’intervista, fa gli auguri al direttore dell’Aisi Mario Parente, scrive al presidente di Finmeccanica Gianni De Gennaro. Beve caffè, come d’abitudine, con il generale dell’Arma Salvatore Luongo, chatta con il direttore della polizia ferroviaria Maurizio Improta e si accorda per cenare con il capo della polizia Alessandro Pansa.
Sport e spettacolo
L’uomo è salottiero. Gli piace il jet-set. Nonostante l’amicizia con Claudio Lotito, è tifoso sfegatato della Roma ad ogni partita siede in tribuna Coni, con il cui presidente, Giovanni Malagò, è in rapporti di amicizia. Cerca biglietti per figli, amici e amiche. Scambia messaggi con dirigenti e allenatori giallorossi. Da Luciano Spalletti a Vincenzo Montella, passando per Claudio Ranieri e Eusebio Di Francesco, il dg Mauro Baldissoni e l’ex dt Tonino Tempestilli. Commenta le partite, si congratula, organizza iniziative cercando di coinvolgerli. Sempre la Roma fa da collante anche della sua amicizia con Antonello Venditti, con il quale vede le partite e, stando alle chat, gioca pure a burraco. Ma anche il mondo dello spettacolo esercita il suo fascino: tra le chat anche i nomi di Raoul Bova, Neri Marcorè e Luca Zingaretti.