Corriere della Sera, 26 maggio 2020
Il ritorno delle cicale sotterranee negli Usa
È uno dei fenomeni naturali più misteriosi d’America. Per gli entomologi è un po’ come la cometa degli astronomi. Gli agricoltori, invece, sono preoccupati per questa altra grana in arrivo e sono già al lavoro per contenere i danni.
Dopo 17 anni di attesa stanno per tornare le cicale sotterranee. A miliardi invaderanno le pianure e i terreni coltivati di Virginia, West Virginia e Carolina. Faranno un fracasso infernale per un paio di settimane, poi scompariranno nuovamente nelle viscere della terra.
Il New York Times avverte di non farsi depistare da uno scenario tipo «ritorno dei morti viventi». Le cicale non attaccano gli esseri umani e non hanno il potenziale distruttivo, per esempio, delle locuste africane.
In realtà si presenta l’occasione per esplorare una delle sorprese nascoste nell’ambiente in cui viviamo, anzi conviviamo con una miriade di altre creature. Nell’anno della pandemia sembra esserci un’attenzione nuova per questo tipo di prodigi biologici. Una curiosità che sta alimentando anche un dibattito pubblico sui limiti della visione antropocentrica del mondo.
E allora ecco la storia e l’enigma di questi strani insetti. Per circa 13 o 17 anni, a seconda delle varianti, vegetano sottoterra: corpuscoli bianchi e morbidi, contenuti nel loro esoscheletro, una specie di bozzolo. Si nutrono di radici, inosservati e indisturbati. Crescono di volume, fino a quando arriva il tempo di trasformarsi ed emergere alla luce. Occhi rossi, corazza nera. Spuntano a miliardi dalle zolle. Nei primi giorni hanno ancora le ali bagnate e quindi rimangono inermi sui fili d’erba. Facile obiettivo di piccoli predatori, come ragni, procioni, tartarughe, uccelli, rane. Ma la caccia non basta a fermare il vortice. Le cicale sotterranee alla fine si scuotono e cominciano il loro volo radente. Si insediano nei prati, sui rami e si fanno sentire. Impossibile non accorgersene. Il frinire è acuto, assordante, niente a che vedere con la piacevole colonna sonora dell’estate prodotta dalle loro consorelle. Sono i maschi a cantare, vibrando l’addome. È il richiamo all’accoppiamento rivolto alle femmine. Un appello urgente, quasi disperato. Non c’è tempo, infatti. Ancora 15-20 giorni ed è tutto finito. Le femmine fecondate depongono miliardi di uova. Assolto il compito, muoiono insieme ai maschi.
Le minuscole covate sprofondano lentamente, per maturare in un lungo sonno. Gli entomologi pensano che solo un ciclo così anomalo possa garantire la riproduzione della specie. Gli agricoltori, invece, scrutano accigliati i loro orti. Le covate sui rami possono addirittura schiantare la crescita dei giovani ciliegi, peri, meli. Oppure rovinare le vigne.