la Repubblica, 26 maggio 2020
Il brand Vespa resta inimitabile anche in Cina
Da un progetto del 1946 di Corradino D’Ascanio, sfrecciando verso “Vacanze Romane” (1953), su per le colline bolognesi di Cesare Cremonini (1999), la Vespa è un simbolo della cultura e del design italiano nel mondo. Non c’è da stupirsi quindi se solo negli ultimi due anni l’azienda di Pontedera ha dovuto difendere per 50 volte la sua icona delle due ruote, dalle brutte copie dei rivali di tutto il mondo.
L’ultima causa il gruppo guidato da Roberto Colaninno l’ha vinta ieri, quando il tribunale europeo della proprietà intellettuale (Euipo) ha annullato un brevetto registrato da una società cinese nel 2019. Anche perché due aziende cinesi, utilizzando un brevetto illecito, avevano già iniziato a produrre scooter che sul mercato non arriveranno mai. Ci hanno provato anche in India e in Vietnam, ma il gruppo ha un ufficio dedicato a smascherare le copie e i copioni. L’unica Vespa con le due ruote è quella Piaggio: in 74 anni ne sono state vendute 19 milioni, di cui 1,5 milioni nell’era Colaninno. Il marchio è talmente prezioso che la Piaggio, per evitare speculazioni e gare al rialzo, ha perfino evitato di quantificarlo a bilancio tra gli asset intangibili del gruppo.