L’Economia, 20 maggio 2020
Che combini, Mickey Mouse?
C’è un po’ di confusione nel magico regno di Topolino. E non solo per i nefasti effetti che la pandemia ha avuto e continua ad avere sui conti del gruppo Disney. Adesso qualcuno comincia anche a togliersi qualche sassolino dalla scarpa o, per dirla con una metafora un po’ crudele, qualcuno ha deciso di abbandonare la nave prima di affondarci assieme. Il qualcuno in questione è Kevin Mayer che fino all’altro giorno era il numero uno della divisione Disney legata ai video in streaming, inclusa ovviamente la piattaforma Disney+. Mayer da qualche giorno è il nuovo amministratore delegato di TikTok e chief operating officer di ByteDance, la casa madre della piattaforma cinese.
Se il nome accende qualche remoto campanello, è perché negli ultimi tempi era stato più volte fatto come eventuale successore di Bob Iger, allora amministratore delegato di Disney. Come ormai è noto, la storia è andata diversamente. Dopo Bob Iger, che si è dimesso prima della sua naturale scadenza (pur mantenendo la carica di presidente esecutivo) è arrivato un altro Bob, Bob Chapek, già presidente della business unit dei Parchi e dei Resort della Disney. Mercati, analisti e azionisti non hanno nascosto la loro sorpresa di fronte a questa decisione. Sorpresa che senza dubbio deve aver colto anche Kevin Mayer. Oltre ad aver orchestrato una serie di acquisizioni di successo che hanno completamente trasformato Disney negli ultimi anni, Pixar, Marvel, Lucasfilm e 21st Century Fox, Mayer è stato l’uomo della transizione allo streaming, il business che nelle intenzioni di Iger avrebbe dovuto far fare un ulteriore balzo in avanti al mondo di Topolino. Un ruolo che ha acceso e speculazioni sulla possibile successione Iger-Mayer. Quando ad aprile dello scorso anno Disney+ è stata presentata agli investitori, sul palcoscenico accanto a Bob Iger c’era Kevin Mayer a spiegare il funzionamento della piattaforma streaming. C’erano altri dirigenti in sala ma non Bob Chapek, giusto per citarne uno. Insomma, complice la scelta fatta dal gruppo, complice un annus horribilis per Disney - che rischia di far appannare anche il lancio e il successo iniziale della stessa Disney+- Mayer ha deciso per la via dell’addio. «Sono stato felice di lavorare per Disney. La grandezza di questa opportunità è però qualcosa che non ho potuto lasciar sfuggire», è stato il suo commento. Seguito da quello di Bob Chapek: «Kevin ha avuto un impatto straordinario sulla nostra azienda nel corso degli anni. Avendo lavorato a fianco di Kevin per molti anni nel senior management team, gli sono enormemente grato per il suo supporto e la sua amicizia».
Cambi di poltrona
Al suo posto è stata nominata Rebecca Campbell, da oltre 20 anni nel gruppo Disney, che lascia la carica di presidente del settore direct-to-consumer e quella di presidente di Disneyland Resort. Come ha sottolineato l’analista media di Bernstein, Todd Juenger, la nomina di Campbell è stata fatta seguendo la teoria del «miglior atleta disponibile», più che quella del curriculum più adatto. In alte parole: «Data la relativa novità del settore streaming l’elenco di dirigenti del settore di grande successo, è molto, molto breve, fatto di persone molto costose, nessuna delle quali in cerca di lavoro».
Campbell dal 2020 al 2017 ha gestito il gruppo di stazioni televisive di proprietà della ABC. Nel 2017 è arrivata a Londra come presidente delle attività Disney in Europa, Medio Oriente e Africa. Lo scorso settembre, è diventata appunto presidente di Disneyland Resort. Non proprio insomma il curriculum che ci si aspetterebbe per guidare il settore più cruciale all’interno della galassia Disney che comprende Disney +, Espn Plus, Hulu e l’indiana Hotstar. Il gruppo, comunque, nel comunicare la nuova nomina di Campbell ci ha tenuto a sottolineare che in realtà una certa esperienza nello streaming ce l’ha. «Ha svolto un ruolo fondamentale nel lancio di Disney+ a livello globale», ha commentato Chapek. Chi ha lavorato con lei la dipinge come una manager tosta, forte e riflessiva. Di sicuro c’è che questa nomina è arrivata in un momento non facile per Disney. Lo sport (e quindi Espn) è fermo, Disney+ (che pure conta già 50 milioni di abbonati nel mondo) per il momento costa ancora più di quanto non faccia guadagnare. Senza contare che con le nuove produzioni in pausa, il catalogo non potrà essere aggiornato a breve. Non sarà un compito facile per un manager che pure ha tutto il sostegno e la fiducia dell’amministratore delegato. Non è la prima volta che nel mondo di Topolino i cambi di poltrona sollevano qualche perplessità. Anche il passaggio da Bob a Bob aveva turbato i mercati, al punto che i due, durante la call con gli analisti, avevano passato il tempo a rassicurare che «non ci sarà nessun cambio di strategia per il gruppo». Ora le cose sono decisamente cambiate. Disney soffre anche in Borsa: da inizio anno ha perso il 24,6%. Il duello con Netflix è sempre più serrato (50 milioni gli abbonati Disney+, 183 quelli Netflix), lo stop al turismo sta mettendo a dura prova il settore dei parchi divertimento. E le voci su Apple che vorrebbe comprare il gruppo, sono tornate alla ribalta nelle ultime settimane. Il cambio di strategia ci dovrà essere eccome. L’addio di Mayer non ha fatto altro che accelerarne il processo. Le responsabilità maggiori sono sulle spalle della coppia Chapek-Campbell, veterani, entrambi, del gruppo Disney, ma chiamati, entrambi, a un ruolo che apparentemente non appartiene loro. Già dalla sua nomina, di Chapek si era detto che non era l’uomo migliore per sostituire Iger in un momento in cui lo streaming era centrale. Ora lo stesso Chapek mette alla guida della business unit streaming un manager con poca esperienza nel settore. Urge un finale da favola.